Mozione di sfiducia, probabile il 27 marzo la data fissata per la seduta consiliare

L'ufficializzazione della data avverrà lunedì mattina

MONREALE, 23 marzo - Archiviata la seduta relativa al conto consuntivo 2012, che ha visto bocciato il documento contabile, il Consiglio comunale dovrà adesso prendere in esame la mozione di sfiducia che l'opposizione ha presentato nei confronti del sindaco Filippo Di Matteo.

Toccherà al presidente dell'assemblea Alberto Arcidiacono, individuare una data utile per la trattazione dell'argomento, che - si ricordi - trae origine dalla presentazione della mozione che dodici consiglieri hanno sottoscritto lo scorso 4 marzo. Arcidiacono non ha ancora ufficializzato la data, ma, verosimilmente, la discussione avverrà in un giorno compreso tra mercoledì 27 marzo e giovedì 28. Da definire pure l'orario della seduta. Probabile che già lunedì avverrà la scelta sarà resa nota.

A chiedere la sfiducia del primo cittadino e della sua giunta era stati dodici consiglieri: Salvino Mirto, Beni Di Nicola, Massimiliano Lo Biondo, Giuseppe Di Verde, Ignazio Davì e Sandro Russo,Piero Capizzi, Mimmo Gelsomino, Santo D'Alcamo, Pippo Lo Coco, Luigi D'Eliseo e Pasquale Villanova.

Il giorno dopo, invece, quasi in contrapposizione con i firmatari, tredici consiglieri avevano preso posizione in favore del primo cittadino. Erano :Remo Albano, Giovanni Abruzzo, Alberto Arcidiacono, Totò Grippi, Francesco La Corte, Rosario Li Causi, Antonino Picone, Giuseppe Romanotto, Rino Scalici, Giovanni Sirchia, Giovanni Vaglica, Angelo Venturella e Mimmo Vittorino.

Sembra da intendersi "per eccesso", frattanto, la questione dell'eventuale quorum per ottenere la sfiducia. Normalmente servirebbero 20 consiglieri su 30, vale dire i due terzi dell'assemblea. Il Consiglio comunale monrealese, però, come è noto, attualmente è composto da 29 rappresentanti, in considerazione della sospensione comminata dalla prefettura al consigliere Fortunato Segreto. In questo modo, i due terzi, numeri alla mano, aritmeticamente sono 19,3. Resta quindi 20 il numero utile, considerato, appunto, per eccesso, il quorum. La notizia, però, merita conferma.