Sulla cifra pesano i debiti fuori bilancio e la questione Ato
MONREALE, 22 gennaio - Una cifra che oscilla tra i dieci ed i dodici milioni di euro. A tanto ammonta il disequilibrio complessivo che i monrealesi si porteranno appresso nei prossimi dieci anni, dopo che il Consiglio comunale, se vorrà, approverà il piano di riequilibrio pluriennale del bilancio.
Facendo i conti "della serva", pertanto, ogni anno, per i prossimi dieci, le amministrazioni che guideranno la città dovranno partire da -1,2 milioni di euro per pareggiare il loro bilancio. In sostanza un decimo di 12 milioni, per chiudere, dal punto di vista contabile, il "buco" del 2012 per il quale l'amministrazione Di Matteo ha scelto la strada del "salva enti".
Un disequilibrio determinato sostanzialmente dai 3,150 milioni derivanti dalla gestione 2012 (compresi tutti i debiti fuori bilancio) e dai 4,5 milioni di euro che costituiscono il debito che il Comune ha nei confronti dell'Ato rifiuti Palermo 2, soprattutto a causa della copertura del cosiddetto "articolo 7". Si tratta, in pratica, di un articolo che impone ai Comuni di ripianare i debiti dell'Ato in ragione della loro quota azionaria. I 4,5 milioni che il Comune deve all'Ato possono essere suddivisi in 4,2 riguardanti il debito statuito fino al 2009, ultima data nella quale l'azienda ha approvato un bilancio e circa 300 mila euro di debiti riguardanti il periodo 2010-2012, per i quali è in atto un contraddittorio.
Ieri, frattanto, dal Consiglio comunale è stato approvato il bilancio di previsione 2012, un documento nel quale ci sono entrate correnti per circa 32,5 milioni di euro, di cui 14,2 derivanti da tributi, 14 dai trasferimenti dello Stato e della Regione e circa 4,4 frutto di entrate extra tributarie. Fra le spese correnti principali, invece, troviamo un milione di rimborso mutui, 10,3 di spese per il personale, 12,5 milioni di acquisti di servizi vari.
Entro gennaio la Giunta Di Matteo dovrebbe portare in aula il consuntivo 2012, quindi, a tappe forzate, dovrà presentare il piano di riequilibrio, che dovrà essere necessariamente approvato entro il 25 febbraio.
Resta infine il "nodo" della cassa. L'amministrazione, fin qui, ha sempre detto di non voler percorrere la strada dell'accesso al fondo di rotazione, che comporterebbe l'aumento di tutte le tariffe dei tributi. Difficile, però, mantenere questa posizione e fare cassa in altro modo. Ne capiremo di più cammin facendo.