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Comune verso il pre-dissesto, diverse forze politiche chiedono le dimissioni del sindaco

| Enzo Ganci | Politica

Il Pdl ventila l'ipotesi di mozione di sfiducia

MONREALE, 1 novembre – Ha suscitato reazioni forti la notizia che il Comune starebbe per avviare le procedure di pre-dissesto finanziario. Una decisione, che sembra inevitabile, che certamente costituirebbe un aggravio per le tasche dei monrealesi.

L'amministrazione viene scaricata da Pdl, e Pd e Grande Sud, che – senza mezzi termini – chiedono le dimissioni del sindaco. "Il sindaco – entra in tackle il capogruppo del Pdl, Pippo Lo Coco – non può scaricare la sua incapacità amministrativa e politica sul Consiglio Comunale, anzi dovrebbe ringraziare i consiglieri del Pdl perchè in questi anni, mantenendo fede al patto elettorale, hanno accettato, quasi senza fiatare, l'aumento di acqua, Tarsu e Irpef nonostante tutto. Adesso basta: misura è colma. Occorre che il sindaco si faccia da parte – prosegue Lo Coco. Non è accettabile che si aumentino continuamente le tasse da un lato e dall'altro ci sia una totale mancanza di strategie serie ed efficaci. Il Gruppo Pdl - conclude il capogruppo Pdl - si riserva di presentare pertanto un emendamento di sfiducia al Sindaco da sottoporre al consiglio comunale".

Non è tenero nemmeno il Pd, che si uniforma alle istanze del Pdl, chidendo anch'esso le dimissioni di Di Matteo: "E' da irresponsabili continuare ostinatamente a non voler prendere atto che la maggioranza consiliare si è dissolta – afferma il segretario cittadino Fabio Ganci – si è dispersa come cenere al vento. È da irresponsabili sperare che l'opposizione consiliare si renda corresponsabile del fallimento politico dell'amministrazione. È da irresponsabili continuare ostinatamente a non voler sfogliare il calendario immaginando che il tempo si sia fermato al giugno del 2009. Caro signor sindaco, visti i pessimi risultati della sua amministrazione, nonostante l'impegno profuso, la invitiamo a dimostrare con i fatti che ama veramente la città di Monreale: rassegni immediatamente le dimissioni e consenta ai cittadini di eleggere un nuovo sindaco".

Un altro affondo lo mette a segno Santo D'Alcamo (Grande Sud). "L'aumento dei tributi non è servito a nulla – scrive – ed ha generato uno stato di agonia economica e finanziaria che è causa continua di disagi per dipendenti e creditori, in assenza di ogni tipo di servizio, dall'assistenza ai bambini disabili, agli anziani al diritto allo studio, alla incontrollabile emergenza rifiuti. Gravissimo come, in tre anni di carica, il sindaco non abbia mai accettato una delle innumerevoli proposte atte ad attivare una seria politica di risanamento economico. Dal contenimento delle spese legali, alla gestione dell'Ato, dei parcheggi, alla politica energetica, solo per citarne alcune. Il sindaco, deve dimettersi, ammettendo la sua incapacità di amministrare".

Pungente, infine, anche senza chiedere le dimissioni di Di Matteo, pure Giovanni Vaglica (Gruppo Misto), che non ha gradito il metodo scelto dall'amministrazione sul tema dell'Imu. "Il sindaco ci ha detto che quelle aliquote Imu sarebbero servite a garantire il riequilibrio di bilancio - lamenta Vaglica - . Gli abbiamo chiesto di vedere le carte, di essere documentati, ma non ne abbiamo avuto la possibilità. Avremmo dovuto votare "a scatola chiusa". Non abbiamo mai visto il bilancio . Sono convinto che dal confronto sarebbe potuta nascere la sintesi ed invece non c'è stato dialogo".

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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