La replica di Di Matteo: "Non possiamo abbassare l'aliquota"
MONREALE, 14 ottobre – L'Imu approderà in Consiglio comunale, mercoledì sera, e già si preannunciano polemiche contro la decisione dell'amministrazione comunale di introdurre l'aliquota del 0,96 per cento sulle seconde case, mentre resta invariato lo 0,4 per cento sulle prime abitazioni.
Il primo ad alzare la voce è il consigliere comunale di Grande Sud, Santo D'Alcamo, che ha puntato il dito contro l'intera politica fiscale del comune e ha chiesto al sindaco Filippo Di Matteo di verificare se non vi siano le condizioni per dimettersi, pur riconoscendo la disastrosa situazione finanziaria del comune.
«Il sindaco – ha scritto in una nota D'Alcamo – aveva promesso ai consiglieri di sedersi e discutere per trovare soluzioni alternative all'aliquota dello 0,96 per cento, invece la deliberà arriverà in Consiglio invariata. Da tre anni sollecitata, l'amministrazione non ha mai dato vita ad una concreta politica economica di risanamento. È ormai necessario che il sindaco ci dica come intende procedere per i futuro, dal momento che l'aumento dei tributi è servito soltanto a coprire i buchi di bilancio. È giusto che il primo cittadino venga a riferire in Consiglio qual è la sua visione per il futuro, se ne ha una o, in caso contrario, rimetta nelle mani degli elettori il suo mandato, ponendo fine a questo stato di agonia economica e finanziaria».
«L'aliquota dell'Imu – ha detto Di Matteo – è stata oggetto di discussione fra i consiglieri, l'assessore al ramo e il dirigente. Purtroppo non è possibile abbassarla nemmeno di un centesimo, perché salterebbe il bilancio. Paghiamo lo scotto di una politica internazionale e nazionale che vuole condurre i comuni all'autofinanziamento. Noi sindaci rappresentiamo la prima linea, il front-office di questa politica che grava sui cittadini».