"Non facciamo vincere l'astensionismo che favorisce solo chi vota"
MONREALE, 7 ottobre – Mettere al centro la credibilità personale in un momento in cui quella della politica è ai minimi storici. Parola di Nino Dina, per usare un'espressione cinematografica, "campione d'incassi" alle due precedenti tornate regionali.
Alla sua quarta campagna elettorale per arrivare ad uno scranno di Sala d'Ercole, Nino Dina sul suo biglietto da visita porta i risultati elettorali del 2006 e del 2008, quando ottenne rispettivamente 28 mila e 25 voti di preferenza.
"Adesso i tempi sono altri – commenta il parlamentare regionale – e sono convinto che chi arriverà a 14-15 voti sarà, giusto per restare in tema, il campione d'incassi". Un livellamento verso il basso, perlomeno sul piano del numero di preferenze necessarie per arrivare a Palazzo dei Normanni, figlio di uno dei momenti più neri della politica, in cui i temi di questa, come dice Dina "non fanno più breccia tra la gente, che vive sulla sua pelle questo momento di crisi e inadeguatezza della politica, che non riesce a soddisfarne i bisogni. La frammentazione dello scenario, poi, ha fatto il resto e gli eventi scandalistici hanno dato il colpo di grazia. Ecco perché – dice ancora Dina – si profila un ritorno all'essenzialità e soprattutto al rapporto diretto e personale, fatto di rispetto sul piano personale, che esalti la credibilità della persona. Le elezioni regionali mettono al centro della scelta il concetto di rappresentanza. Chi sarà eletto avrà il compito di rappresentare i bisogni della gente e la gente gliene ne chiederà conto. Supererà il test chi sarà riuscito a costruire un rapporto lineare di serietà e responsabilità con gli elettori, fatto di dialogo e coerenza".
Facendo un passo indietro e guardando all'esperienza Lombardo, Dina non usa mezzi termini per bocciarne l'operato: "Un'esperienza devastante, quella di un governo non figlio delle elezioni, che ha reso ingovernabile la Sicilia ed ha fatto sì che venissero restituiti a Bruxelles molti fondi comunitari. E' stato il punto più basso per l'occupazione: in sostanza abbiamo toccato il fondo".
Guardando al futuro, invece, ciò che si prospetta non induce all'ottimismo. Ecco perché sarà necessario che ognuno si prenda le proprie responsabilità: "Ci vorrà un governo di larghe intese. Le scelte impopolari che si prospettano devono essere condivise. Mi auguro, però, che i tagli siano effettuati con equità e non con una macelleria sociale. E in questo Crocetta credo che sia un valido baluardo".
Capitolo Monreale, dove Nino Dina, fino al pronunciamento della Corte Costituzionale che ne ha imposto le dimissioni, è stato assessore. "Il Comune – afferma il deputato regionale – affronta un problema strutturale ed un appesantimento finanziario che non consente di fare fronte ai servizi che il Comune deve assicurare alla popolazione. Occorre un'analisi attenta per un piano di rientro ed un programma di valorizzazione del patrimonio per introitare risorse". E l'appello del "collega" Salvino Caputo, che invitava a votare solo i monrealesi? "Da monrealese mi sento di sottoscriverlo, convinto però del fatto che la gente è matura per fare le proprie valutazioni. Piuttosto vorrei rivolgere un appello alla gente: non fate vincere l'astensionismo. Il non voto non risolve i problemi e favorisce solo chi vota. E' un momento epocale ed occorre esprimersi, ricordandosi che la politica o la si fa o la si subisce".