
Quel confronto sulla Consulta giovanile, spia di qualche frizione in maggioranza
Ieri il dibattito in aula, con il sì all’emendamento. I 4.000 euro andranno alle famiglie
MONREALE,1 aprile – Stiamo parlando di cifre irrisorie, anzi di “noccioline”, come è stato osservato ieri sera in Consiglio comunale durante l’unico confronto che ha “animato” la serata.
Però, la discussione sui 4.000 euro che erano postati in bilancio per le attività della Consulta giovanile e che, invece, saranno devoluti per il fabbisogno delle famiglie in difficoltà ha tutta l’aria di mettere sotto i riflettori qualche fiammella polemica che potrebbe covare sotto la cenere.
Si è celebrato ieri in aula consiliare un confronto su un emendamento “trasversale”, presentato dai consiglieri Vittorino, Zuccaro e Pillitteri, finalizzato a “distrarre” 4.000 euro dal capitolo con il quale vengono finanziate le attività della Consulta giovanile in favore dell’assistenza alle classi sociali più deboli. È stata una discussione dai toni assolutamente civili, come ci si aspetta in una sede istituzionale, ma nella quale le posizioni emerse sono state nette e contrapposte, come testimoniato dal risultato finale: 13 sì, 6 no e 2 astenuti.
Contrario alla scelta l’assessore alle Politiche giovanili, Fabrizio Lo Verso che della Consulta può essere considerato “l’anima”, oltre che il padre putativo. “In un bilancio in cui si legge la cifra di 44 milioni di euro di spese correnti – ha detto in aula – ci si sofferma sulla modica cifra di 4.000 euro. Capisco l’assistenza straordinaria, ma meglio individuare altri capitoli su cui intervenire. Perché svuotare questo capitolo che consente di realizzare attività giovanili e dare strumenti ai giovani?”.
A dargli manforte Pippo Lo Coco, che ha usato la parola “demagogia”, aggiungendo che “la Consulta va potenziata perché rappresenta il futuro dell’intelligenza e della cultura di questo paese”.
Di parere opposto, naturalmente, Mimmo Vittorino, la cui firma era in calce alla proposta deliberativa: “Un sostegno alle famiglie lo reputo importante – sono state le sue parole – 4.000 mila euro noccioline? Per tante famiglie assolutamente no”. Dello stesso avviso anche Ignazio Zuccaro, anch’egli sottoscrittore dell’emendamento, poi passato in aula. “Ci sono tantissimi ragazzi che non possono permettersi beni essenziali per gli studi – ha tuonato dal suo scranno – ed è lì che bisogna intervenire, adesso che lo Stato taglia”.
Sul fronte del no, come anch’essa ha sostenuto nel corso del dibattito, Paola Naimi: “Ero contraria all’istituzione della Consulta anche durante la scorsa consiliatura – ha detto – perché a ridosso delle elezioni mi sembrava una mossa dal sapore elettorale. Adesso, però – ha proseguito – è opportuna una programmazione preventiva delle attività della Consulta da sottoporre al vaglio della giunta”.
E adesso, quindi, cosa si farà? E soprattutto: come procederanno le attività della Consulta che ieri sono state pazientemente sviscerate in aula dall’assessore Lo Verso? Con ogni probabilità le iniziative non subiranno pesanti battute d’arresto, considerato che molte attività rientrano nel “range” della cultura e quindi potranno essere finanziate attraverso canali diversi. Quindi aspettiamocene ancora, sia di significative, che di meno significative. Il confronto fra piccoli mini-blocchi della maggioranza è solo rinviato al prossimo argomento. Come è normale che sia.
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