Serviranno poco più di 2 mln di euro per il rilancio della struttura
PALERMO, 23 novembre - La ex cantina Kaggio sarà ristrutturata con un intervento di oltre 2 milioni di euro, con risorse reperite nell'ambito del Programma operativo nazionale Sicurezza per lo sviluppo Obiettivo convergenza 2007 2013 cofinanziato dall'Unione Europea.
Il progetto esecutivo è stato presentato, stamattina, presso la sala Rossa del Palazzo dei Normanni dal presidente del consorzio Sviluppo e legalità Salvatore Graffato e dal vicepresidente della commissione regionale Antimafia, Salvino Caputo.
La cantina fu confiscata, nel 1996, a Salvatore Riina e Bernardo Brusca, da allora è un punto di riferimento per le cooperative che operano nel settore dei beni sottratti ai boss mafiosi.
Il primo atto amministrativo dell'attuale giunta che governa Monreale, guidata dal sindaco Filippo Di Matteo, due anni e mezzo da, fu quella di assegnare la cantina al Consorzio che ha potuto avviare l'iter per la ristrutturazione.
"Consegnare un bene simbolo del potere mafioso – ha detto Graffato – ai giovani per trasformarlo in una realtà produttivo significa comunicare alla società civile che è possibile avviare percorsi virtuosi di economia sana che creano benessere e offrono opportunità di lavoro".
"La trasformazione dei beni confiscati alla mafia, in attività gestite da giovani o associazioni che si ripropongono finalità sociali o di pubblico interesse – ha aggiunto il sindaco di Monreale, Filippo Di Matteo – ristabilisce quel clima di fiducia nelle istituzioni alla base del progresso e dello sviluppo di una società libera che vuole crescere nel piu' assoluto rispetto della legalità".
La gara d'appalto per l'inizio dei lavori è prevista per il prossimo 23 gennaio e si terrà presso l'Urega.
Saranno realizzati due capannoni e un centro congressi. Il primo sarà utilizzato come ricovero dell'intero parco macchine e delle attrezzature agricole delle Cooperative che gestiscono le terre del Consorzio e come luogo in cui stoccare i mezzi tecnici. Nell'altro capannone sarà creato un centro sperimentale per la valorizzazione dei prodotti agricoli provenienti dalle terre confiscate alla mafia che sarà gestito dall'Istituto regionale della vite e del vino della Regione Sicilia. Sarà allestito, inoltre, un centro congressi in cui organizzare incontri sui temi di maggiore interesse sociale, culturale, d'attualità e per divulgare il riutilizzo dei beni confiscati nell'Alto Belice Corleonese.
Da parte del presidente Caputo questo risultato rappresenta la vittoria dello Stato contro Cosa Nostra. "Sono passati 15 anni - ha detto Caputo - ma il nostro impegno non e' venuto mai meno, abbiamo fortemente creduto e puntato su questa struttura che rappresenta un bene simbolo della lotta alla mafia ringrazio tutti coloro che insieme a me hanno condotto una battaglia a favore della collettivita' e soprattutto i sindaci del Consorzio Sviluppo e Legalita' che oggi stanno qui accanto a me a cogliere i risultati". Alla presentazione, hanno preso parte, fra gli altri, il sindaco di Corleone Nino Jannazzo, l'assessore alla legalità Marco Intravaia ed il direttore del Consorzio Lucio Guarino.