Doppio incarico, Russo: "Dalla Consulta la parola fine"

I sindaci si dimettano seguendo l'esempio di Ceccurri e Fassino"

MONREALE, 21 ottobre - «La sentenza della Corte Costituzionale sul caso Stancanelli a Catania mette fine una volta per tutte alla prassi del doppio incarico di parlamentare nazionale e sindaco, che ha avuto origine nel 2001 per assicurare la poltrona di primo cittadino all'attuale sindaco di Palermo, Diego Cammarata».

Lo afferma il parlamentare del PD Tonino Russo a proposito della Sentenza della Consulta che dispone l’incompatibilità tra le cariche di parlamentare nazione e di sindaco. «Chiediamo un atto di dignità e le dimissioni immediate degli amministratori che mantengono il duplice ruolo di deputato-sindaco – aggiunge Russo – optando immediatamente per una delle due cariche. Secondo i nostri calcoli dovrebbero essere circa 35 i parlamentari- amministratori incompatibili in Italia, quasi tutti eletti fila del centrodestra. Seguano l’esempio dei sindaci di Siena e Torino, Franco Ceccurri e Piero Fassino, che hanno rinunciato alla carica di parlamentare. Lunedì – prosegue – chiederemo, per ovviare a potenziali pigrizie, l’immediata convocazione della Giunta per le elezioni di Camera e Senato per superare questi casi di incompatibilità e garantire il pieno rispetto della sentenza».

L’ex segretario regionale dei Ds dice ancora «Avevamo visto bene quando abbiamo deciso di promuovere il ricorso, a partire dalla Sicilia e dal caso più eclatante quello di Stancanelli a Catania. Abbiamo scelto di promuovere un’azione popolare con primo firmatario un nostro militante Salvo Battaglia - di nome e di fatto - a cui va il merito di avere sconfitto la tracotanza di chi con il doppio incarico si è preso gioco delle legge. Sono orgoglioso perché questa bella pagina è stata scritta in Sicilia, dove purtroppo aveva avuto origine per salvaguardare il doppio incarico di Cammarata. All’avvocato Antonio Catalioto, che ha seguito in questi mesi il ricorso, abbiamo già chiesto - conclude Russo - qualora questi parlamentari non rassegnino le dimissioni di predisporre il ricorso da presentare nei tribunali territoriali competenti, affinchè venga applicata la sentenza e rimosse le incompatibilità».