Convenzione Amat, il PD non ci sta: "La voti la maggioranza"

"C'è il parere contrario dei dirigenti comunali"

MONREALE, 17 settembre – E’ bastato poco. È bastato che il sindaco Filippo Di Matteo chiamasse a raccolta la cittadinanza per assistere alla seduta del Consiglio comunale di martedì sera, nella quale si discuterà della convenzione Amat.

L’opposizione, a stretto giro di posta, ha fatto partire la sua controffensiva. Scaturita, stando a quanto affermano diversi esponenti del partito monrealese, non da un disinteresse verso il problema delle corse Amat (ci mancherebbe altro), ma da alcune situazioni che il PD, principale autore di questa levata di scudi, ritiene non del tutto chiare. 

«La nostra città è stata penalizzata dal mancato servizio Amat in questi mesi – si legge in un duro comunicato del gruppo consiliare PD – l'affluenza turistica e il relativo flusso economico in entrata ne hanno risentito come ne hanno risentito tutti i pendolari ed i cittadini che usufruiscono del bus Amat per raggiungere Palermo. E il Sindaco si sveglia adesso?
In questo caso rendiamo noto che la delibera in questione, varata in fretta e furia dalla giunta, manca del parere favorevole del dirigente Busacca e, fatto rilevante, ha il parere negativo del responsabile economico Polizzotto: cioè manca della copertura finanziaria. Siamo stanchi e indignati che il sindaco si permetta, facendo pura demagogia, di giocare sulle difficoltà dei monrealesi e sulla pelle dei consiglieri comunali,tutti. Monreale necessità di un governo serio e responsabile».

Non meno duro quello che esprime la segreteria cittadina in una nota congiunta con il consigliere provinciale Toti Zuccaro: «Parlando dell’aspetto politico e dell’appello del sindaco al Consiglio, - recita la nota - premesso che la questione sta molto a cuore al Partito Democratico, vorremmo conoscere quali sono le difficoltà del primo cittadino: non è infatti forte di una maggioranza che deve guidare questa città? Quindi riteniamo che l’appello principale va fatto alla sua maggioranza che ha avuto il compito di amministrare, perché se così non fosse, cioè se il sindaco non avesse quella maggioranza, neanche per garantire i servizi più importanti, allora dovrebbe prendere atto del proprio fallimento e che la sua esperienza fallimentare è già al capolinea».