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Rifiuti, l'offensiva dei liquidatori: "Da Monreale l'Ato vanta credito di più di 10 milioni di euro"

| Maria Modica | Politica

"Abbiamo speso somme nel solo interesse della società"

MONREALE, 28 agosto - Alla botta del sindaco Filippo Di Matteo è seguita la risposta dei liquidatori. Roberto Terzo, Franco Vetrano e Jonny Castronovo hanno ribattuto al primo cittadino che, nei giorni scorsi, aveva chiesto le loro dimissioni per gravi responsabilità gestionali.

Lo hanno fatto con una missiva, indirizzata al sindaco, all’assessorato regionale all’Energia, al prefetto di Palermo, al dipartimento regionale Acque e Rifiuti e al collegio dei Revisori dei Conti del comune di Monreale, pacata nei toni ma dura nei contenuti.

Secondo i tre liquidatori, a determinare la crisi dell’Ato sono le inadempienze finanziarie dei soci e il c omune di Monreale non si distingue dagli altri, avendo maturato debiti per oltre 10 milioni di euro.

«Il collegio dei liquidatori – si legge nella lettera – sin dalla data di insediamento, in tutte le sedi, ha evidenziato che il comune di Monreale, come del resto anche altri comuni serviti, non versa in maniera adeguata e regolare i corrispettivi delle fatture che mensilmente vengono emesse per il servizio reso. Alla data odierna il comune di Monreale ha accumulato debiti nei confronti della società per complessivi 10.721.663,91 euro, di cui 6.385.715,23 euro (comprensivi della somma di 1.624.966,24 euro anticipata dall’assessorato regionale dell’Economia) per contratti di servizio e 4.335.948,68 euro per contributo ex art.7 dello statuto sociale (dato riferito al bilancio chiuso al 31 dicembre 2009, approvato dall’assemblea dei soci). La rilevante differenza tra il dovuto ed il corrisposto, pertanto, lascerebbe presumere che il comune di Monreale non ha la sufficiente liquidità per procedere ai pagamenti. Nonostante ciò, trova le risorse per poter effettuare direttamente il noleggio di auto compattatori, semirimorchi e di altri mezzi». E poi l’affondo: «tale circostanza induce i liquidatori a chiedere a Di Matteo, ma anche al Collegio dei Revisori dei Conti, se in conformità a quanto previsto dalla L.R. 9/2010 art.15, il comune di Monreale ha provveduto ad inserire nei bilanci comunali l’intero costo del servizio di gestione integrata dei rifiuti e la copertura integrale della propria quota parte dei debiti Ato».

Non paghi, i liquidatori continuano la missiva con argomenti spinosi per il sindaco Di Matteo: «preme, inoltre, aggiungere che se le sue affermazioni fossero vere avrebbe altresì l’obbligo e non la facoltà, stante gli interessi di cui è portatore, di proporre all’assemblea dei soci l’azione di responsabilità nei confronti sia dei precedenti amministratori che degli attuali liquidatori, perché è ampiamente dimostrabile che i problemi della società risalgono a periodi antecedenti lo stato della liquidazione. Relativamente ai disservizi lamentati dal sindaco, si precisa che i mezzi funzionanti e operativi nel territorio di Monreale sono 3 autocompattatori “tre assi” e un “due assi” nonché 4 autocarri con vasca. In conclusione, si ribadisce che tutte le somme spese nel periodo successivo alla messa in liquidazione sono state fatte nel solo interesse della società e nel presupposto della continuazione del servizio, come da mandato ricevuto».

Ciò che i liquidatori non chiariscono, invece, è come sia stato speso l’anticipo regionale di un milione e 600 mila euro, cioè se per esigenze relative al territorio di Monreale oppure, ed è più verosimile, se sia stato inghiottito dall’enorme buco nero che sono i conti dell’Ato.

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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