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Piano delle opere pubbliche: ancora stilettate tra maggioranza e opposizione

| Enzo Ganci | Politica

Sono previste opere pubbliche per oltre 176 milioni di euro

MONREALE, 8 agosto – Fa ancora discutere l’approvazione del piano annuale delle opere pubbliche, al quale ha detto sì la settimana scorsa il Consiglio comunale. Non tanto per la scelta (praticamente obbligata), quanto per l’ammontare delle spese previste.

Il piano prevede, infatti, opere da realizzare per un totale di 176.822.000 euro. Una cifra per l’approvazione della quale l’opposizione aveva chiesto la presenza in Consiglio della giunta, ma che, dopo il rinvio di due sedute consecutive, è passata con i soli voti della maggioranza che regge l’amministrazione Di Matteo, senza confronto con la Giunta.

Solitamente, all’indomani dell’approvazione dei piani delle opere pubbliche, le opposizioni che di volta in volta si sono succedute negli anni hanno etichettato il provvedimento con il termine (un po’ abusato, per la verità) di “libro dei sogni”.

Stavolta, forse con pizzico di originalità in più (ma solo un pizzico), si preferisce un'altra locuzione. «Si tratta di cattedrali nel deserto» fa sapere in una nota il consigliere comunale Massimiliano Lo Biondo (Pd), da sempre uno dei più attivi dal punto di vista comunicativo.

Venendo al dettaglio, il piano prevede, dunque, opere pubbliche per un ammontare complessivo di 176.000.000 di euro, dei quali 22.355.000 per acqua e fonti di energia, 11.902.000 per l’ambiente, 16.239.000 per la difesa del suolo, 113.993.000 per l’edilizia, 12.7000.000 per gli impianti produttivi, 39.888.000 per gli impianti sportivi e 72.837.000 per la viabilità. Il tutto prevedendo un investimento da parte del Comune di soli 261.000 euro.

«Sembra quasi che secondo quel piano la Regione debba dovere impegnare una parte consistente del proprio bilancio per salvare la città da tutte le mancanze di questi decenn . ironizza ancora Lo Biondo - E ciò nonostante il fatto che sia stato approvato un piano da investimenti spropositati quando ancora il piano regolatore risale ancora agli anni 80».

Il sindaco Filippo Di Matteo, dal canto suo, difende la proposta dell’amministrazione, parlando di “piano ricco”, ma soprattutto della necessità di approvarlo, pena l’impossibilità di ammettere a finanziamento qualsiasi opere non inserita nel piano stesso. «Va detto – dice il primo cittadino – che se non fossero state inserire in questo piano, le opere non si sarebbero potute realizzare. E come esempio prendo la scuola Guglielmo ed il cinema Imperia, le cui procedure di gara saranno completate al più presto».

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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