Per i dipendenti Ato, intanto, rischio mobilità
MONREALE, 24 luglio - Continua lo sciopero dei lavoratori dell'Ato Palermo 2 e l'emergenza igienico-sanitaria a Monreale. Per arginare il dilagare dei rifiuti, il comune si appresta a ripulire il territorio con l'impiego di due ditte esterne.
«Da domani – ha spiegato Salvino Caputo, vicesindaco di Monreale – due ditte saranno all’opera per ripulire il centro storico e le periferie. Non possiamo rischiare che la situazione degeneri e l’incolumità pubblica venga messa a rischio, in attesa che i vertici dell’Ato risolvano le vertenze interne. I rifiuti hanno già arrecato abbastanza danno all’economia e al turismo».
A riprova dell’emergenza che sta mettendo sotto scacco la città basta rivolgere uno sguardo ad alcune periferie, ad esempio Pezzingoli, in località Acqua Park. I residenti hanno denunciato discariche lunghe anche cinque chilometri che, oltre a contenere di tutto, spesso sono oggetto di incendi.
Intanto, rimane bollente la situazione del personale all’interno della società Alto Belice ambiente. I lavoratori, da giovedì notte, hanno incrociato le braccia e non intendono tornare al lavoro fino a quando non riceveranno garanzie sulla quattordicesima e lo stipendio di luglio. Gli operatori ecologici, però, denunciano anche le scarse condizioni di sicurezza ed igienico–sanitarie nelle quali sono costretti a lavorare, oltre alla mancanza di visite mediche negli ultimi anni.
Hanno spiegato tutte queste ragioni in una lettera che è stata recapitata ai vertici dell’Ato soltanto ieri, per questo motivo i commissari liquidatori hanno deciso di informare il Prefetto di quanto sta accadendo e non sono escluse le precettazioni.
Ma per i lavoratori potrebbe prospettarsi anche un futuro più nero. La società starebbe valutando l’eventualità di avviare le procedure di mobilità, sulla scorta di quanto sta accadendo a Palermo con l’Amia. I soldi per pagare i lavoratori non ci sono e non ci saranno neanche a breve perché i comuni, alle prese con i tagli della finanziaria nazionale, avranno sempre più difficoltà ad adempiere agli obblighi societari. Sembra che sul conto del commissario “ad acta” Vincenzo Vivona ci sia appena qualche centinaio di euro. Il suo decreto di nomina, inoltre, è stato modificato dalla Regione e non potrà più pagare i lavoratori sulla base dei versamenti effettuati dai comuni di pertinenza, ma dovrà attendere di racimolare la somma per versare lo stipendio a tutti. Alle condizioni attuali una sorta di chimera.