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Monreale fuori dall’Ars: a Sala d’Ercole non avrà alcun rappresentante

| Enzo Ganci | Politica

Cinque anni fa erano tre. Ecco come è andata

MONREALE, 7 novembre – Cinque anni fa, diciamolo francamente, per i colori monrealesi era andata decisamente meglio. Il 29 ottobre del 2012, infatti, vale a dire l’indomani della tornata elettorale, Monreale si era risvegliata con tre deputati regionali: Salvino Caputo, Nino Dina e Salvo Lo Giudice.

Oggi, invece, la cittadina normanna può vantare il poco invidiabile primato di essere tra i pochi grossi centri dell’Isola a non essere rappresentata a Sala d’Ercole. Porte chiuse per i cinque monrealesi in lizza. Per loro l’avventura del 2017 si è conclusa con tanta amarezza. Palazzo dei Normanni off limits per Toti Zuccaro e Tonino Russo, candidati con l’Arcipelago di Micari, per Salvo Lo Giudice (deputato uscente) che ha corso nelle fila di Sicilia Futura, per Maurizio Manzella, candidato con la lista “Popolari e Autonomisti” a sostegno di Musumeci e per Mario Caputo, che nella lista di “Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale - Noi con Salvini” ha sostenuto pure la candidatura del neo presidente della Regione.
Ed, alla luce dei risultati, è stato proprio Mario Caputo il rappresentante monrealese ad essere andato più vicino all’obiettivo, essendosi piazzato al secondo posto nella sua lista, con 2.448 voti di preferenza, alle spalle dell’eletto Tony Rizzotto. Per lui quindi, un risultato apprezzabile, che, probabilmente, gli darà la possibilità di qualche incarico di prestigio o di spendere la propria candidatura in qualche altra circostanza.
Non disprezzabile nemmeno il risultato di Maurizio Manzella, i cui 2.458 voti di preferenza costituiscono un bottino di tutto rispetto, pur se lontano dagli “inarrivabili” big della sua lista Toto Cordaro e Roberto Lagalla, che hanno collezionato 8.170 voti ciascuno.

Fuori dai giochi Salvo Lo Giudice, che non ha ripetuto il grande exploit di cinque anni fa, al quale il pur ragguardevole bottino di 4.334 voti non risulta sufficiente a farsi largo in una lista in cui spiccano i quasi 14.000 voti di Edy Tamajo, seguito da Landolina che ha collezionato 5.910 preferenze.
Deludente, infine, così come quello dell’intera lista, il risultato di Toti Zuccaro e Tonino Russo che prendono rispettivamente 2.023 e 1.503 voti. Zuccaro, che cinque anni fa di voti ne aveva accumulato circa 2.500, probabilmente si aspettava di più alla luce dello schieramento che ha messo in campo a Monreale (tra sindaco, assessori e consiglieri comunali). Russo, invece, ha raccolto un bottino assai magro a Monreale, impinguando in provincia il suo bottino personale.
Nella lista, però, probabilmente il più deluso resta Giuseppe Ferrarello, che resta fuori dai giochi, nonostante gli oltre 9.000 voti di preferenza, poichè la lista non ha passato lo sbarramento del 5%.

Monreale, infine, osserviamo con un po’ di amarezza, senza voler togliere nulla a nessuno, si è rivelata terra di conquista per candidati non autoctoni, dei quali spesso per cinque anni si perde traccia e che, invece, al momento del voto, tornano in auge sostenuti da amici e politici locali. Buoni risultati per Aricò e Milano (Diventerà Bellissima), Tamajo e Di Giacinto (Sicilia Futura), Alongi e Figuccia (Unione di Centro), Ferrarello (Arcipelago), Scarpinato e Latteri (Alternativa Popolare), Lagalla, Clemente, Cordaro e Tripoli (Popolari e Autonomisti), Miccichè, Milazzo, Savona, Lentini e Caronia (Forza Italia), Cracolici, Lupo e Alotta (Partito Democratico).

 

 

Studio Valerio

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· Enzo Ganci · Editoriali

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