Rimpasto in giunta in casa Pd: tanto tuonò che non piovve?

La “partita” è ancora aperta, ma le cose potrebbero restare immutate

MONREALE, 8 giugno – Quando era opinione comune quella di stare sotto lo striscione d’arrivo, la sorpresa è stata quella di accorgersi, invece, che ancora la corsa continua. E così, per raggiungere il traguardo del tanto discusso rimpasto di giunta dovrà passare ancora una settimana.

Si è concluso con un rinvio ai tempi supplementari il direttivo del Partito Democratico cittadino che si è riunito ieri sera a Villa Savoia. Un incontro nel quale i toni sono stati anche piuttosto accesi, tanto da far volare qualche parola grossa, ma che non ha portato ad una decisione ufficiale, ad un “nero su bianco” con il quale mettere la parola fine ad una vicenda che si trascina ormai da tanto tempo per la quale, come detto, la soluzione sembra ancora lontana. Verosimilmente fra una settimana, massimo dieci giorni, il discorso dovrebbe essere più chiaro.

La sensazione, che al momento è solo tale e non è suffragata ancora da posizioni ufficiali, è che il tanto decantato rimpasto, alla fine potrebbe non avvenire. In pratica i Democratici potrebbero decidere di mantenere invariata la squadra assessoriale, o al massimo apportare una variazione minima, fatta solo di un unico cambio in corsa. E questo per diverse ragioni. La prima delle quali sarebbe che un “turnover” massiccio equivarrebbe ad ammettere che questa delegazione assessoriale dei Dem ha fallito il suo lavoro. E questa è al momento l’ultima delle convinzioni della segreteria, per ovvie ragioni.

Va osservato, poi, che una sola new entry nella squadra Pd difficilmente ricompatterebbe il fronte delle cosiddette dissidenti, riportandolo “all’ovile” della linea che attualmente sostiene l’amministrazione Capizzi. In pratica: se entrasse in giunta Tonino Russo, così come radio-politica ha più volte sussurrato, la mossa magari porterebbe il riallineamento di Rosanna Giannetto, molto più difficilmente quello di Rossella Pica e di Manuela Quadrante. I problemi della spaccatura all’interno del partito monrealese, quindi resterebbero praticamente immutati.

Senza contare che l’incarico assessoriale dato all’area della protesta incrinerebbe immediatamente l’equilibrio tra chi finora, senza protestare, ha sostenuto concretamente, votando gli atti in Consiglio comunale, l’azione dell’amministrazione. In pratica passerebbe il principio che per ottenere qualcosa bisogna fare la voce grossa. E sarebbe un precedente pericoloso per gli equilibri del partito.

Per queste ragioni, quindi, il segretario cittadino Toti Zuccaro potrebbe optare per un triplice fischio della questione, scegliendo di andare avanti così e assumendosi la responsabilità delle conseguenze che un mancato rimpasto comporterebbe. Anche lui, però, fra qualche mese, verosimilmente in autunno, sarà costretto a giocare la sua difficile partita per quello che riguarda la segreteria. Per questo incarico, infatti, l’area Cracolici sembra avere già deciso di scendere in campo e di non escludere interventi in tackle per raggiungere l’obiettivo, aggiungendo adrenalina ad una competizione, che si fa sempre più dura, anche se, come molto monrealesi non tardano a rilevare, sempre meno avvincente.