"Non possiamo ignorare le nostre radici"
MONREALE, 18 marzo - «Esprimo grande soddisfazione per il fatto che la Suprema Corte abbia affermato che il Crocifisso sia l'unico simbolo religioso che può essere ammesso nei luoghi pubblici e non danneggia libertà religiosa».
Commenta così il sindaco Di Matteo il recente pronunciamento della Cassazione sull'esposizione del simbolo della cristianità nei luoghi pubblici, compresi i tribunali. Per la Corte, infatti, il Crocifisso non costituisce pericolo per il valore della laicità e per la libertà religiosa.
Proprio a tal proposito per ribadirne la sacralità nei luoghi pubblici, il sindaco Di Matteo, nel novembre 2009 aveva emesso un'ordinanza in netto contrasto con la precedente sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo, che ne aveva vietato l'esposizione. Anzi, proprio per dare l'esempio, egli stesso ne aveva affisso uno all'interno della «Sala rossa» del Palazzo di città, quella in cui solitamente avvengono tutti i ricevimenti e gli incontri ufficiali.
«La nostra città – aveva detto Di Matteo per motivare il suo provvedimento – è sede di una delle più prestigiose sedi arcivescovili d'Europa e noi non possiamo ignorare le nostre radici e la storia che hanno plasmato il nostro presente». La nostra Città – ha aggiunto Di Matteo – ha una venerazione particolare e plurisecolare per il Cristo in croce. Proprio nel Santissimo Crocifisso, infatti, Monreale ha il suo Santo patrono e lo festeggia ogni anno il 3 maggio con una processione istituita nel 1626 dall'arcivescovo spagnolo Gerolamo Venero, che è sempre seguita da migliaia di fedeli, provenienti da diversi punti della Sicilia.
«Vorrei ricordare, inoltre – aggiunge su questo argomento Di Matteo – che ai festeggiamenti in onore del Santissimo Crocifisso si uniscono anche i numerosi immigrati non cristiani, che vivono in pace e con laboriosità nel nostro territorio».