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Bocciatura debiti Consorzio. L'opposizione: "Partecipato anche alcuni della maggioranza"

| Enzo Ganci | Politica

Comunicato congiunto di Pd, Lista Insieme e FdS

MONREALE, 17 marzo – Non bisognava essere profeti per immaginare che le dichiarazioni del sindaco Filippo Di Matteo e del vice, Salvino Caputo, sulla bocciatura dei debiti fuori bilancio sul pagamento della quote associative del consorzio "Sviluppo e Legalità" avrebbero scatenato la reazione dell'opposizione.

E così, i gruppi consiliari di Partito Democratico, Lista Insieme e Forza del Sud hanno emesso un comunicato congiunto nel quale esprimono il loro punto di vista, in replica alle "bacchettate" che ieri i vertici dell'amministrazione avevano riservato loro.

«Il sindaco e il vicesindaco omettono, sicuramente in maniera strumentale – si legge nella nota – che al voto di astensione hanno partecipato, responsabilmente, diversi consiglieri della loro maggioranza E di certo questo non è un voto politico come invece si tenta, strumentalmente, di lasciare intendere. Sanno bene che, ai sensi della legge vigente, una spesa può essere riconosciuta come debito fuori bilancio solo quando la spesa è imprevedibile e straordinaria. E quindi una quota associativa annuale, che quindi si conosce a priori, come la si può intendere imprevedibile e straordinaria?

E soprattutto, questo, anche per il fatto che il Consorzio Sviluppo e Legalità aveva già sollecitato, con nota ufficiale e prima della stesura del bilancio di previsione, il pagamento delle quote associative. Come risultato, questo non è stato inserito nel bilancio di previsione e si è tentato di camuffare una spesa, risalente agli anni 2002-2003 e 2009-2010, come imprevedibile e straordinaria. "Legalità è anche non riconoscere debiti fuori bilancio illegittimi. Sia per l'interesse el a credibilità dell'istituzione consiliare, che per quello individuale visto che eventualmente sarebbero stati chiamati a rispondere, dalla corte dei conti, i soggetti che avrebbero eventualmente riconosciuto tale debito".

Auspichiamo che venga verificata la eventuale responsabilità amministrativa di chi non ha provveduto, per tempo, a inserire nel bilancio di previsione le somme per le quote associative. Ricordiamo a tutti, anche a noi stessi, infine, che la legalità sta nella legittimità di un atto. Un atto non legittimo non è segno di legalità. Purtroppo la verità è che, non essendo stato riconosciuto dal consiglio e non solo da una parte politica, quel debito pesa perché la legge prevede che a risponderne deve essere, ora, chi lo ho determinato. Era troppo facile farlo riconoscere ai consiglieri per poi scaricarne la responsabilità sugli stessi».

· Enzo Ganci · Editoriali

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