Il Direttivo del Pd, le diverse posizioni al suo interno

Partito ancora lontano da una sintesi, le frizioni sono ancora sul tappeto

MONREALE, 13 aprile - Alla fine la prova dei numeri non è avvenuta. La distinzione tra Guelfi e Ghibellini o tra Montecchi e Capuleti, almeno in termini di voto, non c’è stata. Nessun “sì” o “no” alla relazione del segretario. Solo posizioni espresse verbalmente, senza rinunciare a polemiche, anche aspre.

Toti Zuccaro, come abbiamo raccontato nell’articolo precedente, ha invitato tutti alla coesione, ribadendo la necessità di poter offrire alla città un partito unito, chiamato ad amministrare, dopo l’affermazione delle ultime amministrative. Zuccaro ha parlato di “paletti” all’interno dei quali agire. “Adesso porteremo le nostre proposte al sindaco – ha detto – ma come unico Pd. Nessuno caccerà nessuno, ma la nostra sarà una sola linea politica, nel rispetto tra maggioranza e minoranza. Chi si vuole ritrovare in questo è il benvenuto. Concentriamoci su Monreale. Abbiamo accettato una sfida e dobbiamo vincerla”.

Giuseppe Magnolia, nel fare anch’egli richiamo all’unità, ha sottolineato l’esigenza di dare un indirizzo all’azione politica, “unica vera cosa che rimarrà”, invitando tutti ad una disciplina di partito, con chiaro riferimento alla recente vicenda relativa alla nomina degli scrutatori che tante polemiche ha sollevato, anche sui media.

Della necessità di prestare attenzione alle azioni da portare avanti (dal piano traffico, alla questione Guglielmo, ma anche alle più piccole ha parlato Biagio Cigno. Giovanni Patellaro, invece, ha messo l’accento sulla questione dello stato di abbandono del Cres.

Fortemente critica, come era nelle previsioni, la disamina di Tonino Russo, che da diversi mesi, ormai, non le manda certo a dire al segretario, così come alla delegazione assessoriale del Pd. “Quello che ha detto Zuccaro – ha detto nel corso del suo intervento – può essere normale per chi non sta a Monreale da due anni. Rispetto alla gestione Di Matteo cosa è cambiato? Le buche stradali si sono moltiplicate, l’impianto elettrico funziona ancora peggio. Ci saremmo aspettati un coinvolgimento della città, ma tutto ciò non è avvenuto”.

Alla luce di queste critiche, Silvio Russo ha provato a stanarlo: “Caro Tonino – gli ha detto – sei stato deputato e segretario regionale del partito: perché non ti metti in discussione con la tua autorevolezza? Chi ha delle conoscenze, le metta a disposizione, se si vuole bene alla città. Troviamo una sintesi, anche perché Alternativa Civica trae vantaggio dalle divisioni del Pd e tutte le cose che non vanno in questa città ricadono sempre sul Pd”.

A gamba tesa sulla relazione di Toti Zuccaro è entrato Salvino Mirto, che l’ha definita “lacunosa e senza un obiettivo raggiunto”. Mirto che ha attaccato l’assessore alle Attività Produttive Ignazio Zuccaro per la sua esposizione mediatica, ha ricordato il “sabotaggio” del piano traffico annunciato dall’assessore Sandro Russo da parte del sindaco. “Avresti dovuto consegnare la delega – ha detto rivolgendosi a quest’ultimo – non esiste che un assessore prende una posizione e il sindaco lo smentisca”. Mirto ha stigmatizzato pure la vicenda relativa alla nomina degli scrutatori, nella quale è stata attaccata Manuela Quadrante, consigliere comunale.

L’operato della delegazione assessoriale è stato difeso da Ignazio Zuccaro: “Non si parla di quello che fanno gli assessori – ha detto a si parla sempre dell’elezione del segretario e su questo si fa polemica. Dico no a chi vuole mandare al macero gli assessori che lavorano e fanno da traino per questa amministrazione”.

Di dotare il partito di una sede nella quale confrontarsi ha evidenziato la necessità Anna Leto, componente dell’ala critica dei Dem, che ha aggiunto: “Lavorare in sinergia non significa che uno decide e gli altri devono essere d’accordo”.Per Angelo Madonia, appartenente all'area "faraoniana", è stat sbagliato "chiudersi a riccio nei momenti di difficoltà, perchè c'è sempre un partio alle spalle".

Giuseppe Massaro, invece, ha difeso l’azione della segreteria, così come il consigliere comunale Mimmo Vittorino, che ha speso parole d’elogio per gli assessori: “Un lavoro egregio, considerato quello che passa il convento. Il nostro compito sarà quello di pungolare il sindaco che fa da battitore libero”.

Rosanna Giannetto, consigliere comunale, appartenente alla cosiddetta area dei “dissidenti” , ha concentrato la sua attenzione sulle problematiche relative all’edilizia scolastica ed ha affermato come la situazione non sia quella della “casetta del Mulino Bianco”. Finora – ha aggiunto – il direttivo è stato solo uno strumento di ratifica, dove non c’è alcun coinvolgimento, con assessori espressione di se stessi. Io assessore? No, non ho bisogno delle poltroncine”.

Un’altra analisi critica è arrivata da Beni Di Nicola: “Se fossimo stati all’opposizione, sul problema dell’illuminazione pubblica avremmo raccolto 30mila firme”. Valeria Viola, invece, allineata su posizioni vicine alla segreteria, ha invitato tutti alla coesione, “evitando personalismi e comportandoci da maggioranza”.

“Non mi pare che Monreale fosse una cittadina Svizzera e che le buche ce le abbia messe questa amministrazione – ha detto dal canto suo Fabio Ganci. Oggi abbiamo idee differenti, ma dal confronto si può sempre crescere”.

La conclusione l’ha tracciata Ignazio Davì, capogruppo consiliare. “E’ una situazione che va avanti da due anni – ha affermato – Il sostegno a Capizzi deve essere il nostro minimo comun denominatore. Il segretario è un manovratore legittimato, ma qualcuno si sta muovendo per spaccare questo partito. Con queste divisioni non siamo autosufficienti ed il sindaco fa delle nostre divisioni la sua arma principale. Dobbiamo quindi integrare tutti i gruppi per essere autosufficienti, mantenendo l’unità del gruppo consiliare”.