Il buio delle strade di Monreale e l'orchestrina del Titanic

Riceviamo e pubblichiamo...

MONREALE, 26 febbraio – In questi giorni si è molto parlato del buio che, a sera, avvolge quasi tutte le strade cittadine senza fare distinzioni né disparità tra centro e periferie, tra capoluogo e frazioni.

Alla luce del sole o al chiarore della luna prepotente si staglia una tristissima realtà che rispecchia fedelmente il periodo buio, sotto il profilo socio-economico, politico e culturale, in cui la città ormai versa da anni. Se la situazione era già grave sotto la giunta Di Matteo, oggi, sotto la giunta Capizzi si è perfino aggravata fino ad incancrenirsi. Con la certificazione inconfutabile di essere molto lontani da quanto ci si aspettava visti i proclami e, perché no, le buone intenzioni della vigilia.

Non credo si tratti di cattiva volontà o di menefreghismo. Meno che mai penso che la colpa possa attribuirsi al sindaco o soprattutto a lui. Ma qualche responsabile, qualche causa profonda deve pur esserci. Non può darsi altrimenti. Banalmente credo che si tratti di pura e semplice ignoranza. Una ignoranza così potente, così robusta da non potersi rendere conto di se stessa, anche perché altrimenti confuterebbe la sua più intima natura ed essenza.

Che Monreale si trovasse in una condizione di prostrazione tutt'altro che rinascimentale o illuministica, lo si sapeva da tempo. Che la rassegnazione abbia preso il sopravvento è abbastanza evidente anche alle menti meno allenate. Ciò che non è giustificabile è il tentativo di pretendere di occupare nuovi spazi quando si è già fallito in tutti quelli occupati “manu militari”.

Insomma, perché ci si occupa "con somma urgenza" di cambiare due articoli del regolamento interno del Consiglio comunale piuttosto che provare a capire come trovare una soluzione per riaccendere l'illuminazione pubblica? Ogni buon padre di famiglia ed ogni casalinga saprebbero rispondere con più responsabilità di certa classe politica che di classe, ma anche di politica, non ha nulla.

In un siffatto contesto, c'è da augurarsi che il sindaco abbia chiaro che contro l'iceberg si è impattati da parecchio tempo e che ora serve coraggio di decisioni che possano determinare una svolta. Se non altro per evitare che il conto lo paghi sempre l'allenatore per le colpe di atleti somari ed arroganti.

Esca, il mio amico Piero Capizzi, dalla logica dei pannicelli caldi che non possono mai al mondo curare gli innumerevoli infarti della rete di illuminazione pubblica. Faccia come tanti altri comuni europei con problemi finanziari e bisognosi di assicurare servizi di standard elevati. Si rivolga al mercato dei servizi. Individui un'azienda specializzata che possa redigere un Project Financing e su quella proposta espleti una gara di evidenza pubblica per affidare quanto prima l'intero servizio, ottenendo magari un abbattimento della bolletta annuale che i cittadini pagano e l'ammodernamento degli impianti. Non abbia il timore che le luci possano svelare i tanti Giufà che in questa esperienza amministrativa la circondano.

E non si preoccupi che, al riaccendersi delle luci, qualche potenziale suo futuro concorrente possa ottenere una catartica illuminazione. Per certi miracoli occorre molto più che un'intera centrale elettrica!

 

* compenente della segreteria regionale del Pd ed ex deputato