Liberi sì di uscire dall'Unione, ma nelle forme giuste

Riceviamo e pubblichiamo...

Intervento del presidente del Consiglio comunale di Monreale, sulla questione dello Jetas

Caro Direttore,
al fine di offrire un puntuale chiarimento circa la natura della disputa sorta intorno alla richiesta del sindaco di Camporeale, Vincenzo Cacioppo, di uscire fuori dall'Unione dei Comuni Jetas, sembra opportuno porgere un breve riepilogo.

Nell'ordinamento amministrativo italiano l'Unione Comunale si configura come Ente territoriale di secondo grado regolato con decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267 e, in conformità a quanto previsto dall'articolo 32 del citato decreto, la stessa è dotata di massima flessibilità all'interno di poche precise regole, ovvero, essere costituita da due o più comuni contigui determinati nella volontà di esercitare congiuntamente una pluralità di funzioni di propria competenza, attraverso l'esercizio della delega di compiti precisi, ed avere un atto costitutivo e uno statuto, in possesso delle seguenti caratteristiche:

essere approvato dai singoli Consigli Comunali con procedure e maggioranze previste per le modifiche statutarie; definire gli organi e le modalità per la loro costituzione; definire le funzioni svolte dall'Unione e le risorse di finanziamento; scegliere il presidente fra i sindaci eletti dei comuni coinvolti; comporre gli altri organi con i consiglieri o i membri delle giunte;

Ottemperati gli obblighi sopra riportati, l'ordinamento italiano rinviava alle costituende Unioni il compito di definire autonomamente i propri regolamenti al fine di disciplinare la propria organizzazione ed i rapporti con i singoli comuni aderenti.

L'Unione dei Comuni Jetas si costituisce nel 2002, secondo le modalità previste dalla normativa sopra tracciata, con un nucleo iniziale di 3 comuni membri: Monreale, San Cipirello e San Giuseppe Jato. Il numero dei comuni aderenti verrà successivamente esteso a 4 unità a seguito delle pressanti richieste del comune di Camporeale, che, nell'agosto del medesimo anno, accetta e sottoscrive regolamento e statuto.

È proprio in relazione a quanto previsto dallo statuto che va chiarita la polemica di questi giorni.

All'art 4 dello stesso, titolato "recesso e scioglimento", sono infatti riportate le modalità con le quali i comuni membri possano procedere in direzione di un recesso dall'unione. Esso recita testualmente: "Ogni comune dell'unione può recedere anche unilateralmente non prima di tre anni dalla sottoscrizione dell'atto costitutivo, con deliberazione consiliare adottata con la maggioranza dei 2/3 dei consiglieri assegnati." Ciò che viene contestato al sindaco di Camporeale, Vincenzo Cacioppo, non riguarda infatti la scelta politica da lui effettuata, ma la modalità con la quale la stessa è stata posta in essere.

Il Sindaco ha, certamente, per statuto, il diritto di recedere dall'Unione, e questo anche se la motivazione da lui addotta sembri politicamente ed amministrativamente priva di sostanza e qualità, ma per esercitare questo diritto egli deve, pedissequamente, seguire l'iter previsto nel medesimo statuto.

Nessuna osservazione sarebbe stata mossa al sindaco Vincenzo Cacioppo, se soltanto questi, attenendosi allo statuto, avesse inviato all'Unione una "deliberazione consiliare adottata con la maggioranza dei 2/3 dei consiglieri assegnati " per palesare volontà del suo Comune di recedere dallo Jetas. e non una "delibera di giunta" attraverso la quale ha, intenzionalmente ed in modo soverchiante, condotto l'Ente Unione alla totale stasi. La questione dunque sorge esclusivamente su un dato formale, al quale certamente il sindaco di Camporeale saprà dare soluzione.

Una soluzione che dovrebbe giungere con una certa solerzia poiché: se in assenza di una corretta richiesta non è possibile formalizzare il recesso ed assecondare la supposta volontà della comunità di Camporeale; comunque, la mancanza del Primo Cittadino del menzionato comune alle riunioni dello Jetas non consente a questo ultimo, che approva esclusivamente con il consenso della totalità dei suoi membri, di operare a beneficio delle altre tre comunità.

*presidente del Consiglio comunale di Monreale