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Se un figlio chiede al padre con timbro, data e protocollo: trasparenza o frizioni in giunta?

| Enzo Ganci | Politica

La “strana” richiesta di accesso agli atti del Comitato Pioppo Comune: l’argomento sono sempre i rifiuti

MONREALE, 28 agosto – Partiamo da una considerazione preliminare, per non ingenerare equivoci: il diritto di accesso agli atti della Pubblica Amministrazione, se esercitato nei termini di legge, è sacrosanto e deve essere garantito e tutelato.

Un diritto improntato al principio della trasparenza, che ha dato e dà a tanti cittadini la possibilità di conoscere l’iter e lo stato di pratiche e documenti che spesso rimbalzano, come palline da flipper, di ufficio in ufficio, di scrivania in scrivania.

Può (e deve) ricondursi a questa logica la richiesta che il Comitato Pioppo Comune rivolge a vari rami dell’amministrazione comunale, così come al curatore fallimentare dell’Ato ed al commissario dello stesso, per avere accesso agli atti relativi alle ordinanze del cosiddetto “articolo 191”, alle operazioni di smaltimento di largo Tricoli ed alla gestione dei rifiuti ingombranti nel territorio comunale.

Una richiesta legittima, ci mancherebbe, sulla quale, come si diceva un tempo, c’è un però…

Il “però” è rappresentato dal fatto che firmatario di questa richiesta del Comitato è Stefano Lo Coco che indirizza la sua (legittima, lo ribadiamo ancora) richiesta, tra gli altri, all’assessore ai Servizi Ambientali, Giuseppe Lo Coco, per tutti Pippo, cioè suo padre.

La richiesta di Lo Coco, peraltro apprezzato co-autore del piano Aro, reca, ovviamente, tanto di protocollo: il 16533 di ieri 27 agosto (è stata pubblicata pure sulla pagina Facebook del Comitato), ma che, passateci la battuta, sarebbe potuta essere consegnata “brevi manu”, spostandosi dalla cucina al soggiorno di casa.

Tra il serio e il faceto, rasentando però il grottesco, ci domandiamo: era proprio necessario scomodare un importante principio di trasparenza quando la questione si sarebbe potuta risolvere con una tazza di caffè in mano, guardando la tv? O magari: non sarebbe stato, per così dire… opportuno che a firmare la richiesta fosse stato qualche altro rappresentante del Comitato?

A meno che, il dubbio diventa legittimo, non siamo in presenza di una lotta intestina alla giunta. Dubbio che aumenta se si nota, dando una scorsa all’albo pretorio del Comune, che sulle ordinanze del 191, manca la firma dell’assessore, mentre è presente solo quella di Capizzi. Dunque: è un tentativo per fare restare quest’ultimo col cerino in mano? “Gli atti – fa sapere il sindaco a Monreale News – sono pubblici e a disposizione sull’albo pretorio del Comune. Firmando quelle ordinanze del “191” mi sono preso le responsabilità che ogni amministratore deve prendersi. Vorrà dire che la prossima volta la farò controfirmare pure all’assessore ai Servizi Ambientali. E magari – conclude Capizzi – farla passare dalla giunta per una presa d’atto collegiale”.

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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