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Una commissione d'inchiesta sulla vicenda Ato? Nel 2004 fu un flop

| Enzo Ganci | Politica

Fu isituita dal Consiglio comunale, ma ottenne scarsi risultati

MONREALE, 8 marzo – Ha fatto molto discutere la proposta del consigliere comunale, Marco Intravaia di istituire una commissione d’inchiesta in grado di dare un contributo alla ricerca dei motivi che hanno determinato il fallimento dell’Alto Belice Ambiente spa.

Una proposta che se da un lato, interpretata correttamente e caratterizzata da un impegno all’altezza dell’importanza della sua istituzione, potrebbe essere di grande ausilio a dipanare una matassa che sembra sempre più aggrovigliata, dall’altro non è certo di nuova concezione.
Già undici anni fa, infatti, il Consiglio comunale aveva deliberato l’istituzione di una commissione di inchiesta sulle vicenda Ato. Commissione che, come ha dimostrato poi la storia della nostra città, non ha prodotto né i risultati sperati, né attribuito le responsabilità che sarebbe stato necessario far emergere.

La seduta consiliare fu quella del 27 novembre 2004, nella quale il presidente del Consiglio, che allora era l’attuale sindaco Piero Capizzi, registrò l’elezione la nomina della commissione, che sarebbe dovuta essere presieduta da Francesco Zuccaro, allora candidato di An, subentrato a Salvino Caputo. Questi, infatti, nell’agosto di quell’anno era stato estromesso dal Consiglio, pur essendo stato regolarmente eletto, per via della sua concomitante presidenza dell’Alto Belice Ambiente.
Zuccaro, però, lasciò il testimone della presidenza della commissione a Claudio Burgio, allora consigliere della Margherita

“Nonostante le perplessità – ha raccontato Burgio a Monreale News nella sua ricostruzione – riunii la commissione e ci mettemmo al lavoro. Sin da subito richiedemmo il piano industriale, la pianta organica i bilanci all'allora presidente dell'Ato Salvino Caputo. Non pervenne alla commissione nulla, tranne qualche striminzito foglio con alcuni dati di costi della gestione. La commissione esaminò la convenzione con l'Ato (il Comune aveva ceduto mezzi e personale poi tutto rientrato nei ranghi del comune tranne qualcuno).

La commissione valutò una stima approssimata stabilendo che il costo di quell'Ato non potesse essere maggiore di circa 2 milioni e mezzo di euro, poi presentò lo studio al sindaco dell'epoca, Toti Gullo che votò in giunta un atto deliberativo di contratto d'appalto dell'Ato dell'importo di 3 milioni 720 mila euro. Qualche giorno dopo la signora Giangrande venne eletta presidente dell'Ato, nel giugno 2006. evito di parlare del sopralluogo alla discarica di contrada Zabbia, una bacinella di circa 60 mila metri cubi costata circa un milione di euro e con i danni all'ambiente che ha prodotto.”

· Enzo Ganci · Editoriali

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