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Rifiuti, CambiAmo Monreale: "Le azioni deterrenti non servono, meglio proporre azioni virtuose"

| Enzo Ganci | Politica

Guzzo e Giuliano replicano alle dichiarazioni di Capizzi

MONREALE, 16 febbraio – “Interi quartieri e frazioni letteralmente al limite della decenza, strade impercorribili, nonostante già diversi giorni di “191” perché non c’è stata un’attenta e debita attività di controllo”. Sono parole dei consiglieri di Cambiamo Monreale, Giuseppe Guzzo ed Antonella Giuliano.

I due intervengono dopo le dichiarazioni del sindaco Piero Capizzi, rilasciate ieri a Monreale News, con le quali il primo cittadino annunciava, emanando tra l’altro un’apposita ordinanza, annunciava sanzioni per i trasgressori.

“La cittadinanza – dicono Guzzo e la Giuliano - nonostante il pagamento della Tari, si è vista porre innanzi a un bivio: ossia il dover scegliere tra una città sporca o la propria abitazione invasa dai rifiuti. Dopo la scelta di optare per la procedura d’urgenza “191” a cui non ha fatto seguito un’attenta e debita attività di controllo per cui, ancora oggi, si assiste a interi quartieri e frazioni letteralmente al limite della decenza nonché strade impercorribili e ad alto rischio di incidenti, poiché le carreggiate sono invase dai rifiuti. Dopo tutto questo si ha il coraggio oggi di chiedere al cittadino di fare sacrifici e collaborare?

Si ha il coraggio di chiedere alle attività commerciali e di ristorazione che - come tutti sanno- vedono aumentare l’affluenza di clienti proprio nei week-end, di tenere l’immondizia all’interno dei locali, pena la multa o, addirittura, la sospensione dell’attività medesima?
È così – aggiungono i consiglieri – che il primo cittadino aveva intenzione di rilanciare le attività commerciali monrealesi? Si è forse chiesto, per un attimo, a cosa l’esercente ristoratore può andare incontro se, a seguito di un controllo sanitario, si trovano dentro i locali rifiuti, meglio ancora se vecchi di ben 3 giorni?

La politica, intesa quale attività di governo della cosa pubblica, è da intendersi come un’attività per il cittadino e al servizio del cittadino. Essa, a nostro avviso, non si attua esclusivamente mediante azioni deterrenti e sanzionatorie bensì attraverso attività virtuose che il cittadino, spontaneamente, tenderà ad emulare
Solo dopo, infatti, aver attuato un comportamento teso all’elargizione di servizi efficienti finalizzati all’emulazione virtuosa – concludono Guzzo e Giuliano – si potrà chiedere al cittadino di fare sacrifici e di collaborare, non prima ed, ahimè, ancora siamo ben lungi da siffatta utopica visione politica”.

· Enzo Ganci · Editoriali

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