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"Ben venga la rimodulazione del piano, ma non lo avevamo scritto male"

| Enzo Ganci | Politica

L'ex assessore Giuseppe La Fiora dice la sua sulla questione riequilibrio

MONREALE, 17 ottobre – "Ben venga la rimodulazione del piano di riequilibrio pluriennale del bilancio, se questa può essere decisiva per la sua approvazione. Invito, anzi, le aziende ad aderire alle proposte di transazione avanzate dalla nuova amministrazione comunale".

E' pacato e lontano dalle polemiche il commento di Giuseppe La Fiora, ex assessore al Bilancio della giunta Di Matteo e vero e proprio "padre putativo" del piano di riequilibrio, alla notizia che il documento da lui inoltrato nel febbraio del 2013 al ministero dell'Interno è stato ritirato dall'amministrazione Capizzi, per essere rimodulato su altre dimensioni numeriche.

Anche se ormai fuori e con un ruolo da "spettatore qualificato", La Fiora afferma di seguire con appresnione il percorso di quella che ritiene una sua creatura, che, se dovesse arrivare in porto, potrebbe costituire una svolta nella vita economica della cittadina.
"Fino a poco tempo fa – dice l'ex assessore – il piano sembrava incanalato verso l'approvazione. Poi è successo qualcosa di nuovo, dopo l'insediamento della nuova giunta. Noi avevamo previsto una riduzione della spesa, grazie ad un piano di pensionamenti, che avrebbe comportato un notevole risparmio sulla spesa del personale, così come ci dice la legge. Questo risparmio sarebbe stato destinato per l'80% a coprire i debiti, ed per il 20 ad eventuali assunzioni o stabilizzazioni. Poi, però, la Regione ha tagliato il contributo per i precari e quindi il taglio ha determinato il venir meno del 20% da destinare alla stabilizzazione, tant'è che le richieste degli ultimi chiarimenti riguardavano il personale.

La nuova amministrazione – dice ancora La Fiora – ha compreso il problema ed ha dovuto opportunamente mettere mano alla revisione del piano per reperire nuove risorse, intraprendendo la strada delle transazioni. Non credo, quindi, che il piano fosse disegnato male, come ha affermato il sindaco".

"Su una sola cosa, però, mi interrogo – conclude l'ex assessore – : perché si è deciso di andare alla transazione con l'Amia, dal momento che già in primo grado la sentenza era stata favorevole al Comune? Noi, precauzionalmente, se la sentenza definitiva fosse stata negativa, avevamo previsto il pagamento all'Amia negli ultimi anni del decennato. Con l'Ato, invece, avevamo pensato ad una transazione, ma eravamo già in clima elettorale e non è stato più possibile".

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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