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Piano di riequilibrio pluriennale, il Comune lo ritira per rimodularlo: saranno decisive le transazioni

| Enzo Ganci | Politica

Capizzi: "Era alto il rischio che non venisse approvato"

MONREALE, 16 ottobre – Nella seduta di giovedì prossimo, 23 ottobre, in programma al Ministero dell'Interno, non verrà discusso il piano di riequilibrio pluriennale del bilancio presentato nel febbraio 2013 dal Comune di Monreale.

La spiegazione la fornisce l'amministrazione comunale: quel piano, presentato in quella forma, per il quale il ministero ha già fatto pervenire ben quattro richieste di chiarimenti, difficilmente sarebbe stato approvato e per Monreale si sarebbe prospettato il probabile baratro del dissesto finanziario. "Abbiamo chiesto di ritirarlo per rimodularlo" fa sapere senza troppi giri di parole il sindaco Piero Capizzi. Il piano sarà quindi riformulato e lo sarà sulla base di altri numeri.

Attualmente il piano di riequilibrio, che da quasi due anni giace sul tavolo dei vertici del Ministero senza vedere la luce, è stato formulato sulla base di 32 milioni di euro di debito, che il Comune, nelle intenzioni della vecchia amministrazione, che lo aveva presentato, dovrebbe estinguere in dieci anni.
Adesso, invece, scopo della nuova amministrazione è quello di ridurlo. Fare in modo, cioè, che il nuovo piano si fondi su numeri più modesti. Numeri che potrebbero assestarsi, grosso modo, intorno ai 18 milioni di euro, qualcuno più qualcuno meno, di fronte ai quali le speranze che possa essere approvato aumenterebbero notevolmente.

Come? La strategia è quella delle transazioni, perlomeno per i debiti di maggiore entità che il Comune deve onorare. Due esempi su tutti, anche se l'esperimento potrebbe essere allargato anche a qualche creditore "minore": Amia e Alto Belice Ambiente spa.
Entrambe le società vantano un credito cospicuo nei confronti del Comune di Monreale. Con l'Amia (istanza di transazione già depositata) il debito attuale ammonta a poco più di dieci milioni di euro, con l'Ato rifiuti, invece, la cifra che Monreale dovrebbe sborsare ammonta a circa tredici milioni.

In questi giorni la giunta Capizzi, coadiuvata dal paziente lavoro dell'esperto Antonino Maraventano (nella foto), sta lavorando per "abbattere" e non di poco, il debito. E, è opinione dell'esecutivo monrealese, i risultati potrebbero essere vistosi. L'Amia potrebbe accordarsi decidendo un abbattimento di circa il 70% del credito avanzato. Per l'Ato la percentuale potrebbe essere di poco inferiore.
Risultato? Più di una dozzina di milioni risparmiati, che – ogni monrealese se lo augura – metterebbero il Comune nelle condizioni di discutere con il Ministero su altri basi numeriche.

Domanda: perché sia l'Amia che l'Ato dovrebbero accettare una decurtazione così robusta? Perché se dovesse fallire il piano di rientro del Comune, il dissesto arriverebbe pressoché immediato e con esso l'insolvenza dell'ente, che si abbatterebbe anche sui debiti contratti. In pratica: sia l'Amia che l'Ato chissà quando e se potranno vedere queste somme. Sarebbe, quindi, anche interesse loro nel rispetto del principio: "Pochi, maledetti e subito", chiudere, prima che sia troppo tardi.

"Stiamo lavorando per redigere un nuovo piano che porteremo al più presto in Consiglio – afferma Capizzi –  per garantire continuità all'Ente e ai dipendenti. Mi auguro che questa strada la si possa percorrere. Certamente riuscirebbe a cambiare in meglio il futuro della nostra città, rimettendola su una strada che altri hanno malamente disegnato".

· Enzo Ganci · Editoriali

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