Un interregno breve, per una città senza regole

Passaggio necessario per una valorizzazione turistica

MONREALE, 15 giugno - A Monreale c'è un'esigenza: che l'interregno tra l'amministrazione di ieri e quella promossa in questi giorni passi velovemente. Servirà a limitare l'immagine di una città senza regole, abbandonata a se stessa.

Un luogo che si sfilaccia ancora di più nella vitalità dei propri antichi vizi, mantenendo una sciatta decadenza. In questi giorni è questa l’immagine di Monreale che rimanda l’importanza monumentale a tempi migliori, se ce ne saranno. Che rimanda la città normanna della sporcizia. Basta percorrere la centralissima via Benedetto D’Acquisto, dove tanti turisti attendono la navetta che li porta alla Rocca, senza la presenza di un operatore ecologico che spazzi via le cartacce gettate da diversi giorni.

Lo sfilacciamento monrealese comincia attorno al duomo e al Palazzo di Città, dove il divieto di fermata non riflette l’opportunità della esigenza per cui è nato, in rispetto ad un ambiente storico-culturale o di sicurezza. Per gli stranieri, e in generale per i visitatori, i monrealesi non possono esimersi dal chiedere scusa a chi ha scelto di visitare Monreale se per raggiungere il duomo vengono incalzati a suon di clacson. Succede pure che nelle piazze più belle d’Italia nonostante i divieti di transito, se decidi di prendere una granita al tavolino ti senti addosso un’auto parcheggiata o la moto rumorosa e ancora fumante. C’è poi un’illegalità che non diventa notizia, ma pratica quotidiana: le auto in seconda e terza fila, i furgoni che scaricano a tutte le ore.

E c’è una retorica per cui alla fine ogni cosa si aggiusta grazie al cittadino che deve acquistare il panino con l’auto fin sotto il negozio con un misto di tolleranza e bonomia per cui Monreale resta una città straordinaria anche in questo. Il cittadino non sempre valorizza appieno le grandi potenzialità lasciate in dono da Guglielmo. Dove si potrebbe vivere meglio, con un minimo sforzo. Perché non è vero che a Monreale “non si può fare” basterebbero le normali regole di vita e sperare la grande attesa che smentisca una volta per tutte la retorica su questa località per farne un Comune dinamico nel darsi un circuito di musei e mostre di livello europeo.