Nessun rappresentante ai funerali del professore Giacopelli, che gaffe dell'amministrazione

Riceviamo e pubblichiamo...

"E' venuto meno il senso di appartenenza alla nostra comunità"

MONREALE, 5 giugno - Martedì si sono tenuti i funerali del professore Pino Giacopelli. La chiesa di San Castrense era piena. Com'era ovvio, c'erano i familiari, i parenti e molti suoi amici che ne hanno accompagnato il suo ricco percorso in vita.

Io, personalmente, non l'ho conosciuto. Ci siamo stretti qualche volta la mano, ma nulla di più. Ne ho sentito parlare sempre bene, anche se apparteneva, almeno in passato, ad un'altra "parrocchia politica". L'altro ieri, però, ho voluto esserci ugualmente. Come uno dei cittadini di Monreale che, in tale veste, avrebbe voluto vederne tanti altri. Invece, lì i cittadini comuni non erano tanti. Sicuramente, non sapevano neanche delle esequie. Per la verità non c'era nemmeno il rappresentante istituzionale uscente dei monrealesi, il sindaco che lunedì consegnerà le chiavi del palazzo di città al suo successore. E non c'era il suo vice o un assessore che rappresentasse simbolicamente la città.

Eppure, Pino Giacopelli è stato un buon sindaco ed una persona perbene. A lui si deve l'impegno determinante per la creazione del liceo classico, dell'istituto d'arte, della galleria civica "Giuseppe Sciortino", dell'accademia Siculo-Normanna, importante premessa per far lievitare l'idea del riconoscimento Unesco di patrimonio dell'umanità dei nostri monumenti. Erano invece presenti diversi ex sindaci. Ricordo di aver visto: Nino Sirchia, Stefano Gorgone, Bino Li Calsi, Zino Demma, Salvino Caputo, perfino l'onorevole Ferdinando Russo che di anni ormai sulle spalle ne ha tanti. Devo dire che è stato un bel segnale: tanti ex sindaci che salutano per l'ultima volta un uomo che ha dato il proprio contributo per rendere migliore la città.

Anche la Messa celebrata da monsignor Alfonso Cannella, per tanti anni parroco proprio della stessa chiesa, è stato un gesto denso di significato. Si dirà che sono i segni di una sensibilità di altri tempi. Di tempi andati, ormai lontani e che difficilmente torneranno. Invece, no.Avremmo il dovere di indignarci e pretendere che debbano essere i segni di un rinnovato senso di comunità che Monreale deve assolutamente ritrovare, assieme ad una rinnovata coscienza civica. Mi è capitato, pochi mesi fa di andare a trovare per l'ultima volta la mia ex collega Alessandra Siragusa nella sede di rappresentanza di Villa Niscemi del Comune di Palermo. Era stata allestita lì la camera ardente, per volere del sindaco Orlando, in onore di un ex assessore della città.

A Monreale, invece, non si ha più l'abitudine della partecipazione, nemmeno di quella emotiva, quella che non costa nulla ma servirebbe da esempio per rafforzare le proprie profonde radici.
Figurarsi a curarsi della rappresentanza, magari quella che si assicura col gonfalone o una corona di fiori. Niente! Meno che mai un necrologio o addirittura due righe sui giornali locali per esprimere cordoglio ed invitare ai funerali. Nulla! Ne consegue una riflessione amara: se oggi è venuto meno il senso di appartenenza alla nostra comunità, se si è affievolito quel legame che ci fa(ceva) sentire fieri ed orgogliosi della nostra città, anche i doveri interiori che ne discendono svaniscono. E ciò non è dovuto solo alla mancanza di sensibilità ed alla cinica e frettolosa voglia di cancellare il passato anche il più virtuoso.

A mio modesto giudizio, tutto ciò è determinato dall'ignoranza in cui la città è ormai da tempo sprofondata. Pino Giacopelli, da uomo di cultura, probabilmente ne era consapevole e forse se ne rammaricava. Ora, anche in ragione di una vicenda che meritava una attenzione diversa, tocca a chi è rimasto provare a rendere più civile e più umana questa città. Senza grandi sforzi, e senza alcuna spesa, incominciando a rispettare i propri concittadini, illustri e meno noti. Almeno da morti.

* ex deputato nazionale PD