L'affetto dei monrealesi ci ha commosso

Parla Martina Giangrande, a Palermo per il premio "Donnattiva"

PALERMO, 7 marzo - "Tutto questo affetto che ci ha circondato da quel 28 aprile ci ha commosso. Addirittura quello dei monrealesi non se lo aspettava nemmeno papà e ci ha fatto immenso piacere. Ringraziamo tutti i nostri concittadini per la vicinanza che ci hanno dimostrato".

Poche parole, ma significative, quelle di Martina Giangrande, figlia del brigadiere Giuseppe, ferito nei pressi di Palazzo Chigi mentre era in corso il giuramento del governo Letta, che oggi è venuta a Palermo per ritirare il premio speciale, che le è stato riservato dall'associazione "Donnattiva", che ha conferito i tradizionali riconoscimenti di un appuntamento giunto alla XIII edizione.

Da quel 28 aprile la vita di Martina è cambiata, anzi è stata stravolta. Lavorava in un negozio di articoli per bambini, adesso, invece, vive in funzione del papà, dedicandosi a lui a tempo pieno. Uno stile di vita che ha commosso l'Italia e che ha fatto di Martina un esempio per moltissimi giovani. "Per me e per la mia vita queo che ci sarà non lo so ancora - dice Martina a Monreale News - ci penserò quando papà starà meglio. Per adesso ho abbandonato la mia vecchia vita, i miei sogni e i miei progetti, perchè la mia vita è accanto a lui. Questo premio? Lo condivido con papà. Io sono qui per lui. Viene dato a me, ma è come se lo attribuissero a lui".

A gennaio il brigadiere Giangrande ha avuto una ricaduta, per via della polmonite e adesso è ricoverato nuovamente al centro di Montecatone, sopra Imola, dove sta proseguendo la terapia di riabilitazione. "Adesso occorre avere pazienza e fiducia, sperando che nel giro di cinque mesi possa completarsi il percorso ed ottenere il recupero parziale degli arti superiori".

Accanto a lei lo zio Ciro, un uomo molto conosciuto a Monreale, perchè è il titolare di un bar a piazza Vittorio Emanuele. "Ho ricevuto telefonate da tutta Italia - racconta Ciro Giangrande - ed anche da New York. Giuseppe è andato via da Monreale da tanto tempo, ma fino a diciotto anni ha lavorato al bar e tanti monrealesi ancora lo ricordano. Tutti ci sono stati vicino e per questo ringrazio tutti, a cominciare dall'amministrazione comunale e soprattutto il nostro arcivescovo , monsignor Pennisi".