Antonino Noto, un precursore dei tempi, dalla parte degli ultimi

Il filosofo è stato commemorato ieri a Villa Savoia. LE FOTO

MONREALE, 1 marzo - L'enorme bagaglio culturale, il rigore morale, ma soprattutto la grandissima carica di umanità sono gli aspetti che sono stati messi a fuoco ieri sera a Villa Savoia per commemorare la figura del professor Antonino Noto, nell'appuntamento che ne ha voluto ricordare il centenario della nascita.

L'iniziativa è stata organizzata dall'Auser di Monreale, in collaborazione con il circolo di cultura Italia, sotto il patrocinio del Comune.
A tracciare un profilo di Antonino Noto, alla presenza del sindaco Filippo Di Matteo e dell'assessore alla Cultura Lia Giangreco, sono stati in tanti: dal preside Lillo Aricò, che ha moderato l'incontro, al professore Carmelo Botta, suo allievo universitario, al figlio, Francesco, che ha parlato rappresentando la famiglia. Toccante la lettera di Antonino Noto scritta nel 1983 al professore Rocco Campanella, obiettore fiscale e sostenitore della non violenza attiva e letta da Sara Autovino.

Di Antonino Noto, filosofo e letterato, soprattutto dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1991, al circolo Italia durante un convegno sulla poesia, spesso è stata sottolineata la vastità della sua cultura, così come la dedizione estrema agli studi filosofici, racchiusi in un'infinità di scritti, molti dei quali probabilmente potranno vedere la luce in un'opera postuma. Ieri, invece, sono stati messi in luce molti degli aspetti umani dell'uomo, del padre, dell'insegnante.

Un letterato appartenente "ad un altro pianeta", o un "precursore dei tempi", come è stato detto ieri, che spesso amava soffermarsi con i giovani che incontrava in Antivilla Comunale, con i quali intavolava conversazioni sugli argomenti più vari, regalando perle della sua saggezza e della sua cultura.

Un ricordo delle sue lezioni universitarie è stato tracciato dal professore Carmelo Botta, suo ex allievo, che ha sottolineato come alla base degli insegnamenti di Antonino Noto ci fosse sempre il contatto umano con gli studenti, a differenza di altri suoi colleghi. "Mi ha dato una mano a superare momenti particolari - ha detto il docente- ed ha segnato la mia vita, non solo per il mestiere che faccio". Sarina Ingrassia, guida del'associazione "Il Quartiere", ne ha rimarcato la gentilezza, l'attenzione, ricordando il periodo della metà degli anni '80 quando a Monreale si organizzavano incontri di formazione politica, ai quali il professor Noto partecipava sempre con grande attenzione".

Un ricordo accorato e commosso è arrivato dal figlio Franco, presente alla manifestazione, assieme ai fratelli Pippo e Giulia, che di Antonino Noto ha ricordato i trascorsi di gioventù fatti anche di difficoltà economiche, duri da affrontare, ma importanti sotto l'aspetto formativo, poichè, probabilmente grazie a questi, il professor Noto ha abbracciato lo schieramento costante in favore degli umili e degli emarginati. "Era un libertario - ha detto Franco - mal soffriva il potere religioso, se opprimente. Era credente nel Dio degli umili e non dei potenti. Oggi, molto probabilmente, sarebbe una grande devoto di Papa Francesco. Mio padre - ha aggiunto - ci ha lasciato tante ricchezze fortunatamente non tassabili: un testamento morale nel quale ci invita a cercare sempre la verità".

Antonino Noto, alla cui memoria è stato intitolato tre anni fa il laboratorio scientifico della scuola "Pietro Novelli", meriterebbe certamente un'attenzione maggiore. Sarebbe forse un modo opportuno di ricordarne gli insegnamenti alle giovani generazioni.