Rischia di morire per una gravidanza extrauterina, salvata all'Ingrassia

Protagonista L.D., una donna di 30 anni che vive a Monreale

MONREALE, 22 gennaio – Tutto sarebbe potuto finire in tragedia se la breve distanza dall'ospedale e soprattutto la prontezza dei medici non avessero avuto un ruolo determinante. Protagonista una donna monrealese, che per una gravidanza extrauterina ha rischiato seriamente di morire.

Ed invece, è arrivato una specie di "miracolo" per una vicenda che si è conclusa positivamente, ma che per unpo' ha fatto temere il peggio. Protagonista della vicenda, dicevamo, una donna di 30 anni, palermitana, ma residente a Monreale, nella parte alta della Circonvallazione: L.D. Il 9 gennaio la donna ha cominciato a perdere sangue per un'emorragia interna. Subito la 30enne accompagnata dai familiari si è recata al pronto soccorso dell'ospedale Ingrassia in un'ambulanza. Il tragitto fortunatamente è stato breve e la donna è arrivata in pochi minuti al nosocomio che si trova alle porte di Monreale.

È stata immediatamente visitata in codice rosso. La situazione è emersa immediatamente in tutta la sua drammaticità. È parso chiaro che non c'era tempo da perdere. La donna, che ha subito anche un arresto cardiaco, è stata subito assistita dalla dottoressa Maria Gentile del reparto di rianimazione, che ha individuato il problema, e successivamente è stata sottoposta ad un intervento di gravidanza extrauterina, nel corso del quale sono intervenuti anche il ginecologo Bruno Pinzello e il dottor Giuseppe Procaccianti del reparto ginecologia e ostetricia. "Ringraziamo i medici dell'ospedale Ingrassia per la grande e immediata assistenza che ci è stata riservata – racconta L.D. – e mi auguro che questa struttura rimanga sempre operativa ed efficiente ".

La grave situazione è stata denunciata Anna La Corte responsabile legale dell'Associazione "Donnattiva" di Monreale che ha seguito da vicino la vicenda di questa donna e della sua famiglia. "La mancanza di un nosocomio nel nostro territorio – spiega - avrebbe provocato gravi conseguenze per questa nostra concittadina, in quanto pochi minuti sarebbero stati fatali per la sua vita. Mi auguro ed insieme alla nostra associazione ci batteremo per evitare che i reparti di questo ospedale vengano soppressi così come previsto dalla riorganizzazione del sistema sanitario regionale che non tiene conto del bene primario che è la salute, tra l'atro diritto che deve essere garantito per legge cosi' come previsto dalla nostra Costituzione".