Rifiuti: il fallimento dell'Ato determinerebbe il caos totale

Terzo: "Guai per tutti i creditori e per i lavoratori"

MONREALE, 29 dicembre - "L'eventuale fallimento dell'Alto Belice Ambiente sarebbe davvero un grosso guaio, soprattutto per tutti i creditori della società, a cominciare dai lavoratori". Un messaggio duro, ma realistico, lanciato dal commissario liquidatore della società d'ambito, Roberto Terzo.

Il nodo, come ha fatto sapere ieri Monreale News, si scioglierà il prossimo 24 gennaio, quando è in programma l'udienza dinanzi al tribunale fallimentare, che dirà se l'Alto Belice Ambiente, attualmente in liquidazione, sarà dichiarata fallita o se, invece, pur tra mille difficoltà, potrà completare la sua opera. "Attualmente - prosegue Terzo - le probabilità sono 50 e 50 ed io stesso andrò a discutermi la questione al tribunale. La fiducia non manca, ma certamente non sarà facile".

La flebile speranza del commissario liquidatore è determinata anche dal fatto che la Procura stessa ha dato atto che l'esposizione della società è originata dal mancato pagamento dei Comuni. Un buco da circa 27 milioni, che certamente ha messo in ginocchio le normali attività dell'Ato e soprattutto la sua solvenza finanziaria.

E pensare che la procedura fallimentare è iniziata per un piccolo debito, poi peraltro onorato, nei confronti della Eurointex srl. La macchina è partita d'ufficio ed ha consentito di appurare che il debito nei confronti dell'Erario ammonta a più di dodici milioni di euro.
Una mano potrebbero darla i Comuni che compongono l'Ato, se si mettessero sulla strada che porta al ripianamento dei debiti, come ha fatto Belmonte Mezzagno, forse il Comune più malmesso di tutti, che assieme al Dipartimento regionale ai rifiuti ha avviato la procedura di rientro con un accordo di programma. Adesso forse farà la stessa cosa Corleone, ma per gli altri la speranza è che si possano riaprire i termini per consentire ai vari centri di mettersi in riga.

Frattanto, il quadro che potrebbe delinearsi, in caso di fallimento, non è certo dei più allegri: per i dipendenti le cose si metterebbero male soprattutto per Tfr, cessioni del quinto, per non parlare dei fornitori o dei titolari delle discariche, che avrebbero pochissime speranze di recuperare i loro crediti. A ciò va aggiunto che, con un fallimento dichiarato, le procedure regionali potrebbero registrare uno stop improvviso e mandare tutto a monte. Da non escludere affatto, poi, l'ipotesi di grossi disservizi nella raccolta, con la prospettiva di nuove emergenze igienico sanitarie. Insomma l'odissea rifiuti sembra ancora lontana dall'approdare a Itaca. E dal 25 gennaio in discarica potrebbe andarci l'Ato.