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Un pitbull femmina aggredisce una cagnetta randagia

| Enzo Ganci | Cronaca varia

Nel quartiere le avevano dato il nome di "Macchia"

 MONREALE, 21 novembre – L'episodio si è verificato venerdì scorso in via Santa liberata al civico 36, pochi minuti dopo le 8 del mattino, in concomitanza dell'ingresso a scuola dei bambini che frequentano il plesso distaccato di Aquino dell'istituto comprensivo "Antonio Veneziano".

I genitori, che posteggiano le loro auto in via Santa Liberata, si sono trovati così a dover assistere all'aggressione del pitbull nei confronti di una cagnetta randagia che da tempo viveva in zona, rifocillata da qualche residente e "battezzata" con il nome di "Macchia". Lo spiacevole e preoccupante episodio, inoltre, si è verificato sotto gli occhi innocenti degli stessi bambini, i quali hanno esternato paura e sgomento.

Sono state le urla di alcuni passanti ad aver allertato il vicinato ed un ragazzo con una spranga di ferro ha cercato di spaventare il pitbull con l'intento di sottrarre la cagnetta all'aggressione. Purtroppo, però, la femmina di pitbull aveva già compiuto la sua missione nei confronti della vittima che peraltro era incinta.

Di Macchia, quella tenera cagnolina di quartiere, non si hanno più notizie né è stata più vista in zona, ma dalle testimonianze delle condizioni in cui versava l'animale si sospetta il peggio. Anche del pitbull non si hanno notizie. Il fatto certo è che, pur indossando il collare, gironzolava senza padrone. Della circostanza ovviamente sono stai allertati i carabinieri che hanno cominciato le indagini di rito per risalire al proprietario.

Nonostante il ripetersi di simili episodi, però, lasciare liberi questi molossi sembra ormai un malcostume consolidato. Dopo appena due giorni, infatti, è stato visto gironzolare per le strade del quartiere un altro pitbull, stavolta maschio, come dimostra la foto pubblicata, ed anche in questo caso dotato di collare. Gli abitanti del quartiere sono molto preoccupati perché vittima dell'aggressione nella circostanza di venerdì è stato un povero cane indifeso, ma la prossima volta potrebbe toccare a qualche anziano o peggio ancora qualche bambino.

Siamo stanchi di leggere e sentire storie di animali che vengono presi e lasciati come vecchie scarpe, siamo preoccupati del dilagare del fenomeno del randagismo e consapevoli che chi di competenza deve fronteggiare il problema senza esitazione, ma siamo altrettanto convinti che alcuni esseri umani, intrisi di superficialità se non cattiveria e qualunquismo, siano per l'intera collettività ancora più pericolosi delle razze definite tali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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