Giacopelli: "Le procedure devono essere avviate entro il 31 dicembre"
MONREALE, 16 ottobre – Il primo passo da fare è quello di chiedere un incontro con l'amministrazione comunale per avviare un programma triennale di riorganizzazione della pianta organica, finalizzata alla stabilizzazione degli 84 precari.
In mancanza di passi concreti da parte dei Comuni, infatti, il rischio di perdita del posto di lavoro è tutt'altro che da escludere. È quello che emerso dall'incontro che si è tenuto stamattina in Aula Consiliare su iniziativa della Cisl cittadina per fare il punto sul processo di stabilizzazione che deve essere avviato entro il 31 dicembre prossimo e sul quale c'è già il confortante sì del Senato. All'incontro odierno erano presenti Nicola Giacopelli, segretario cittadino della Cisl Funzione Pubblica, Margherita Amiri, rappresentante dei contrattisti per Palermo e Trapani, Totò Badami del direttivo provinciale della Cisl.
Tutti hanno ribadito la necessità di dare una scossa alle amministrazioni comunali, quella di Monreale compresa, perché vengano avviate le procedure. Una di queste, appunto, è una seria ricognizione della pianta organica, che a Monreale, come ha affermato Giacopelli, è sottodimensionata addirittura di 78 unità e che quindi, anche per questo aspetto, consentirebbe la stabilizzazione.
Sul tappeto c'è la proposta della Cisl che vuole fare in modo che le somme necessarie alla copertura delle spese per i precari non vengano considerate spese per il personale e restino in capo alla Regione. Un escamotage, quindi, che consentirebbe di mantenere in equilibrio il rapporto tra spese per il personale e spese correnti (entro il 50%) e non intaccherebbe di conseguenza il patto di stabilità.
"Facciamo proposte concrete per la stabilizzazione – ha detto Giacopelli, pur di fronte ad una scarsa attenzione sul problema precari dell'amministrazione e del Consiglio comunale. Siamo convinti che ci sia un'occasione irripetibile". Il processo di stabilizzazione, soprattutto per le categorie C e D dovrebbe essere completato da un concorso, per evitare che il Commissario dello Stato possa impugnare la norma. Ma su tutto l'iter c'è da fare in fretta: il 31 dicembre è vicino ed il posto di lavoro dei precari al momento è a rischio.