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Tre anni fa suo padre morì sul lavoro, adesso il figlio chiede di prenderne il posto

| Enzo Ganci | Cronaca varia

Francesco Franzella fu travolto mentre lavorava all'Amat. Il figlio scrive al Presidente della Repubblica

MONREALE, 11 ottobre - Quasi tre anni fa il padre morì a causa di un incidente sul lavoro, mentre prestava servizio nell'officina dell'Amat, lasciando una famiglia nella disperazione. Adesso il figlio chiede che venga riservato a lui o a qualcuno dei suoi familiari il suo posto di lavoro.

 E' la storia di Giovan Battista Franzella,35 anni, figlio di Francesco, un operaio dell'Amat di 58 anni, che il 22 novembre del 2010 venne investito in pieno dallo scoppio di un ammortizzatore pneumatico. Una molla, saltata via mentre l'uomo lavorava nell'officina di via Roccazzo, che lo colpì violentemente sul petto, scaraventandolo a grande distanza e non lasciandogli scampo.

Da quel momento la vita per la famiglia Franzella, ci vuol poco a capirlo, cambiò completamente e non solo per l'immenso dolore della perdita del padre. Cambiò anche e soprattutto dal punto di vista economico. Per questo Giovanni adesso si rivolge alle autorità, chiedendo di poter essere assunto all'Amat. Ha scritto una nota indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Piero Grasso, ai sindaci di Palermo e Monreale, Leoluca Orlando e Filippo Di Matteo ed al presidente dell'Amat, Giuseppe Modica.

La richiesta di Franzella è avvalorata da un ordine del giorno, approvato nel corso di un'assemblea sindacale dell'Amat, avente per oggetto l'assunzione di almeno uno dei componenti del nucleo familiare dell'operaio defunto, così come è già avvenuto in casi analoghi. L'Amat in questi anni ha preso degli impegni in tal senso, ma ancora, malgrado le promesse, nulla è avvenuto.

"Chiedo di attenzionare questo mio caso - scrive Giovanni nella sua istanza - e di intervenire presso la dirigenza dell'Amat affinché dia una risposta concreta all'impegno di assunzione di uno di noi figli. Il vostro generoso intervento - prosegue la nota - di certo non potrà restituirci quanto abbiamo perso, ma potrà dare un concreto ristoro alle esigenze di una famiglia rimasta senza un padre e senza risorse economiche per il necessario sostentamento".

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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