Un contributo dalla Regione per incrementare la produzione di "sanacore"

Di Matteo: "Un prodotto di nicchia che rischia di scomparire"

MONREALE, 23 luglio - Un contributo di settemila euro per ogni duemila metri quadrati di terreno sul quale impiantare una coltivazione di susino "sanacore". E' questa le proposta lanciata dal sindaco di Monreale, Filippo Di Matteo, all'assessorato regionale all'Agricoltura.

Un modo per rilanciare la coltivazione di un prodotto di nicchia, dalle grandi proprietà nutritive e di grande tradizione nel nostro territorio, che, però, rischia di estinguersi. E proprio il rilancio della produzione del susino sanacore ha avuto come obiettivo l'appuntamento odierno, impostato come giornata informativa, che si tiene a Villa Savoia. Un appuntamento al quale si sono presentati, oltre che l'amministrazione comunale, anche alcuni produttori del territorio.

"Vogliamo creare momenti di rilancio dell'agricoltura monrealese - afferma Di Matteo - puntando sul susino sanacore, che costituisce un vero e proprio prodotto di nicchia, nel tentativo di valorizzarne la produzione e la commercializzazione per produrre ricchezza nel nostro territorio. Ricordo che questo frutto trova le sue condizioni ideali in alcune parti del territorio monrealese, che vanno da Aquino a Vigna d'Api. L'amministrazione comunale di Monreale ha sempre puntato e spinto verso l'incremento della coltivazione, fin dal primo momento della sua azione politica. Ho chiesto incentivi alla Regione in misura di settemila euro ogni duemila metri quadrati di terreno coltivati a "sanacore", incontrando il favore dell'assessorato regionale. Mi auguro - concludeche questa misura vada in porto per rilanciarne definitivamente la produzione".

Chi invece non si sottrae alla polemica è Marilù Monte, produttrice e coordinatrice dei produttori, attraverso il presidio "Slow Food". "A questa importante iniziativa - dice - partecipa poca gente, compresi i produttori, che evidentemente non credono molto nella valorizzazione del prodotto. Sembra il caso di dire "nemo propheta in patria".