Il figlio Giulio, giornalista, ha ricordato il sacrificio del padre
CONTESSA ENTELLINA, 22 giugno - ''La diga di Garcia e' stata una grande speranza ma anche un bagno di sangue: in questa grande incompiuta che finalmente sara' sbloccata, si e' abbeverata la mafia corleonese, la stessa mafia che nel 1979, anno della morte di mio padre, prende il sopravvento e inaugura la stagione degli omicidi eccellenti''.
Cosi il giornalista Giulio Francese ha ricordato il sacrificio del padre, il cronista Mario Francese, ucciso da cosa nostra nel 1979 e al quale da oggi e' stata intitolata la diga Garcia. All'iniziativa si e' arrivati dopo una proposta portata avanti da Legambiente Sicilia, subito sposata dall' assessore regionale alle Risorse agricole, Dario Cartabellotta. Nel decreto emesso e' stato sottolineato il sacrificio di Mario Francese, che con le sue inchieste ha denunciato le infiltrazioni della criminalita' organizzata e le collusioni politiche ed amministrative nell'ambito dei lavori di realizzazione del serbatoio artificiale, in localita' Garcia.
All'iniziativa e' intervenuto anche il ministro per la Pubblica amministrazione Giampiero D'Alia:''Questa intitolazione rappresenta un momento importante per il riconoscimento di un giornalismo libero e di inchiesta - ha detto - in anni in cui era difficile essere liberi, un esempio che ha cambiato tante generazioni. Come per la beatificazione di don Puglisi, assistiamo alla consacrazione, nel senso piu' civico, di una Sicilia che puo' crescere facendo a meno della mafia e lo testimonia la presenza qui di sindaci, amministratori e volontari''. Oltre ai familiari del giornalista sono intervenute tra gli altri diverse autorita'.
''Il sacrificio di Mario Francese - ha detto Gianfranco Zanna, di Legambiente Sicilia - e' avvenuto in anni in cui troppi si giravano dall'altra parte, come se la lotta alla mafia fosse solo una lotta tra guardie e ladri: con questa iniziativa ricordiamo quegli anni, nel bene e nel male''. E il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia Riccardo Arena ha sottolineato: ''dobbiamo essere innanzitutto testimoni, come faceva Mario Francese, nel segno del vero giornalismo che ha rappresentato una diga di rottura''.