I furti di rame, nuovo business della criminalità organizzata

A Monreale il fenomeno riguarda principalmente il cimitero

MONREALE, 30 maggio - Settantuno furti denunciati nel 2013, trentasei persone arrestate, quindici denunciate a piede libero nella provincia di Palermo. Sono i numeri eloquenti relativi al fenomeno criminale più in crescita nell'ultimo anno: quello dei furti di rame. I Un fenomeno, quello dell'oro rosso, che è diventato ormai un vero e proprio "leit motiv" per le Forze dell'Ordine, impegnate quotidianamente nel contrasto di questa tipologia di reato. Quello del furto di rame è il nuovo e appetito business per criminalità organizzata.  I raid sono ancora all'ordine del giorno e riguardano di tutto e di più: dai cantieri di lavoro, alle ferrovie, per arrivare finanche ai cimiteri. Della serie: nemmeno i morti possono stare in pace.

E la Sicilia, tanto per cambiare, secondo uno studio pubblicato dal quotidiano "La Repubblica" qualche mese fa, "vanta" il triste primato italiano dei furti. L'ultimo episodio, registrato dai carabinieri di Mezzomonreale, risale a ieri, quando, così come molti organi di stampa hanno riportato, i militari hanno arrestato un cittadino romeno, colpevole di aver rubato circa seicento metri di cavi elettrici dalla rete di illuminazione pubblica.

Ad agire, sostengono le forze dell'ordine, sono vere e proprie organizzazioni criminali, composte da malviventi rom, romeni, bulgari e iugoslavi e da qualche tempo, vista la crisi, anche da bande di italiani.

Gli inquirenti sostengono che "il ciclo del rame" abbia un giro che comincia in Italia, arriva in Cina per poi tornare nuovamente in Italia. L'oro rosso vien acquistato al mercato clandestino delle fonderie ad un prezzo compreso tra i tre e i cinque euro al chilo, se "spellato". La metà se, invece, è ancora chiuso nella plastica. In Italia viene fuso e composto in lingotti e pertanto, pere la sua antica origine. Viene quindi stoccato nei container e spedito in Cina a un prezzo che oscilla tra i sette e i dieci euro al chilo. Qui viene lavorato e trasformato in cavi per la corrente elettrica e per la linea telefonica, arredi funebri, oggetti in ottone, venduti in Europa. Italia compresa.

A Monreale il fenomeno si è verificato soprattutto con dei furti continui ed anche ingenti al cimitero. Nel novembre scorso avevamo denunciato il furto di oltre 150 metri di tubi di scarico e di grondaie. Il gesto fa seguito a quello messo a segno qualche giorno prima della Commemorazione dei defunti.

Ad essere colpite erano state le confraternite di "Maria SS. del Rosario", "Pietro Novelli", "Pia Opera Mortuaria", a cui erano stati asportati tubi di scarico. Le grondaie, invece, sono state sottratte dalle costruzioni che ospitano i loculi della "Società Combattenti". Altri tubi e coperture in rame, infine, sono stati portati via da alcune tombe comunali. In altre circostanze,invece, erano stati portati via numerosi vasetti dei fiori posti davanti i loculi delle confraternite, Pietro Novelli e Guglielmo II: