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33 anni fa l'omicidio del capitano Emanuele Basile

| Enzo Ganci | Cronaca varia

Alle 10 una messa di suffragio, poi la commemorazione al Canale

MONREALE, 3 maggio - Trentatre anni sono passati, ma la sua opera ed il suo impegno non sono stati dimenticati. Domani ricorre il 33° anniversario dell'uccisione del capitano Emanuele Basile, comandante della Compagnia dei carabinieri di Monreale, assassinato da Cosa Nostra la notte del 4 maggio del 1980.

L'ufficiale, come di consueto, verrà commemorato con una breve cerimonia a piazza Canale, luogo dell'eccidio. Alle 10 una messa verrà celebrata nella vicina chiesa di San Castrense dall'arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi , quindi da lì partirà un corteo che raggiungerà il punto dove è apposta la lapide che ne ricorda il sacrificio. Alla cerimonia sono attese autorità civili, religiose e militari.

Più volte, soprattutto nei primi anni dopo l'assassinio, ci si è chiesti perchè Emanuele Basile fu assassinato. Ed i perchè sono arrivati grazie alle lunghe indagini che, passo dopo passo, sono arrivate alla conclusione.

Il capitano Basile "doveva" essere eliminato perchè era stato fra i primi a "fiutare" le attività illecite del clan dei corleonesi. Indagava sulla mafia del "Parco", su quello che succedeva a Villaciambra. Le sue indagini si intrecciarono con quelle che aveva seguito Boris Giuliano, che cerava di fare luce sui traffici di Corso dei Mille.

Ad eliminare l'ufficiale ci pensò un commando composto da Vincenzo Puccio (poi assassinato nel carcere dell'Ucciardone a colpi di bistecchiera), Armando Bonanno (successivamente «inghiottito» dalla lupara bianca) e Giuseppe Madonia, della «famiglia» di Resuttana. A fornire il supporto logistico, invece, fu Giovanni Brusca, così come egli stesso ammise. I tre killer furono prima bloccati, poi rilasciati. Ci vollero ben sette processi perché fossero condannati definitivamente all'ergastolo, assieme ai boss della commissione di Cosa Nostra. Il commando che eliminò il capitano Basile entro in azione poco dopo la mezzanotte, proprio a piazza Canale. Basile stava tornando a casa assieme alla moglie ed alla figlioletta Barbara che allora aveva quattro anni. Era reduce dal ricevimento che il Comune aveva dato a Palazzo di Città in occasione dei festeggiamenti del Santissimo Crocifisso. Gli assassini si erano confusi tra la folla, aspettando il passaggio della vittima. Sapevano con certezza che l'ufficiale sarebbe transitato da lì. Spararono numerosi colpi fra la folla, diretti al capitano. La moglie sfuggì all'agguato per miracolo: fu salvata dall'agendina d'argento conservata nella sua borsa.

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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