Parla la figlia del brigadiere dei carabinieri ferito
ROMA, 29 aprIle - "Sono fiera e orgogliosa di mio padre che ha dedicato tutta la sua vita alle istituzioni". Così ha detto ai giornalisti Martina Giangrande, figlia del carabiniere Giuseppe rimasto ferito nella sparatoria davanti a Palazzo Chigi ieri mattina.
"Perdonare? - ha detto ancora la ragazza 23enne in conferenza stampa - Non credo, non so, non penso e oggi, comunque sia non mi interessa. Oggi penso solo a mio padre e a me perche' siamo due. Ci definivamo un piccolo esercito sgangherato ma oggi siamo in un deserto e siamo un mezzo esercito e molto sgangherato. Spero che questo incidente possa far capire un po' di cose e che possa far riflettere e far si' che tante cose possano migliorare.
"Tutti i miei progetti per la vita che avevo fatto dalla morte di mia madre, avvenuta tre mesi fa, si sono nuovamente stravolti, quindi si ricomincia, si rifa' un altro progetto con altri obiettivi. Ho lavorato fino a ieri e mi sono dimessa per seguire papa', esattamente come avevo fatto quando mia mamma stava male. Lo rifaro' per mio padre, come e' giusto che sia". Martina Giangrande ha avuto belle parole per il presidente della Camera, Laura Boldrini. "Mi ha toccato in modo particolare la sensibilita' e l'affettuosita' della signora Boldrini, presidente della Camera, che mi piacerebbe incontrare nuovamente."Anche i rappresentanti delle istituzioni che mio padre stava con orgoglio vigilando mi hanno trasmesso umanita' e tranquillita'", ha aggiunto. "Ritengo doveroso - ha proseguito - ringraziare l'Arma dei Carabinieri che in questo terribile momento ha assistito me e i miei familiari come una vera grande famiglia". La ragazza, di 23 anni, aveva iniziato a leggere il comunicato pregando i giornalisti "di voler comprendere la mia decisione nel voler fare una dichiarazione senza voler rispondere ad alcuna domanda da parte vostra alla quale per altro non sono ancora pronta". Tuttavia, la ragazza, apparsa molto provata, e' riuscita a rispondere ad alcune domande poste dai cronisti.