Paradossalmente i pericoli diminuiscono con l'aumento dell'utenza cimiteriale
MONREALE, 7 aprile – Probabilmente è uno dei punti più pericolosi per l'incolumità fisica del circondario monrealese. Il rettilineo che costeggia il cimitero costringe ad un supplemento di attenzione chi lo frequenta, solitamente per rendere omaggio ai propri defunti.
Il tratto, infatti, assomiglia più ad un rettilineo di un autodromo automobilistico che ad un luogo dove si va cercare pace e per compire un triste ufficio. Le macchine e le moto sfrecciano a velocità folle, noncuranti del luogo sacro, ma soprattutto dell'incolumità altrui.
Basta soffermarsi per dieci minuti per capire quanto sia pericoloso il tratto in questione, lungo il quale, tra l'altro, gravitano numerose abitazioni (circa 50 famiglie vi ci abitano) e diverse attività commerciali. Tutto questo, come detto, dimenticando che accanto vi è un luogo nel quale il silenzio e la tranquillità, proverbialmente, dovrebbero essere garantiti sempre.
Il rettilineo comincia dal bivio Villa Carolina e prosegue fin dopo l'ingresso del cimitero. Lungo questo tratto, soprattutto in discesa, la velocità di auto e moto è davvero paragonabile a quella di un circuito da Formula 1. I residenti della zona si lamentano. Sostengono di aver dipinto loro stessi, qualche anno fa, con loro mezzi e soprattutto di loro iniziativa, le strisce pedonali che servono a far attraversare la strada, ma senza nessun risultato apprezzabile, dal momento che gli automobilisti è come se non le vedessero.
Paradossalmente la situazione diventa meno pericolosa la domenica mattina, quando, a causa del numero elevato di persone e di vetture che si recano al cimitero per onorare i loro defunti, chi passa con la macchina per tirare dritto, bontà sua, rallenta la sua marcia.
«Chiediamo l'installazione di dissuasori per obbligare gli automobilisti a moderare la velocità – affermano gli esercenti della zona. Ogni giorno noi e i nostri figli siamo a rischio. Dobbiamo aspettare di prenderci qualche dispiacere perché si possa intervenire?».