La città spera in una ventata di rinnovamento
MONREALE, 1 aprile - C'è grande attesa per l'insediamento dell'arcivescovo Michele Pennisi nella diocesi di Monreale. Un ingresso che sarà celebrato il 26 aprile. Una giornata particolare riferita alla ricorrenza che nel 1267 segnò la consacrazione del Duomo, dedicato alla natività della Vergine, che da allora prese il nome di S. Maria Nuova, una data messa in calendario da monsignor Cataldo Naro.
Michele Pennisi prende il posto di Salvatore Di Cristina , che lascia l'episcopato normanno per raggiunti limiti di età. Ed è così che il giorno prima monsignor Pennisi saluterà Piazza Armerina e i suoi collaboratori . Classe 1946, originario di Grammichele e nativo di Licodia Eubea, è stato rettore del rinomato seminario interregionale "Capranica"a Roma dal 1997 al 2002, anno in cui è stato chiamato a guidare la diocesi piazzese. E' opinione generale a Monreale nel vedere che Pennisi potrà avere l'energia necessaria per contribuire a dare un segno di rinnovamento, in un periodo di cambiamento sia ecclesiale, con il Papa Francesco I, che con il governo regionale . La chiesa di Monreale, si sente dire, potrà dare altri stimoli anche alla gestione del governo della città , forse, anzi senza forse, adagiata su vecchi schemi non rispondenti più alla preziosa immagine di località ricca di un inestimabile patrimonio storico –culturale.
La sensazione, a parlare con gli addetti alle attività in crisi, è che c'è la speranza di vedere nel binomio Curia –Municipio un vantaggio per la città normanna. Oggi ancora il duomo con il suo enorme movimento turistico continua a segnare un mancato rapporto e anzi una contraddizione, non rispondendo a nessuna funzione propria della città stessa che vive solo gli svantaggi di un centro turistico senza saperne cogliere i benefici di occupazione e di reddito. Un grande aiuto potrà arrivare anche dal nuovo vescovo balzato agli onori della cronaca con l'etichetta di vescovo antimafia. Nella stessa diocesi dove ha operato Cataldo Naro, una grande figura di religioso e intellettuale, anche lui vittima di feroci intimidazioni, ricordato con il documento del Vangelo contro la mafia. Il progetto diocesano denominato santità e legalità,un progetto di natura educativa che attiene ai compiti propri della chiesa: formare le coscienze. Perchè fenomeni come la mafia non si vincono con la semplice repressione. Non è da scienziati rilevare che la mancanza di regole e la loro applicazione, anche a Monreale ,non fa che creare le basi della illegalità rendendo responsabile il potere.