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Coesione tra enti e istituzioni per un'efficace gestione del patrimonio mafioso

| Enzo Ganci | Cronaca varia

Presentato oggi all'Ars il libro "Speranze nate libere"

PALERMO, 14 febbraio - Soltanto con un lavoro di stretta coesione istituzionale sarà possibile utilizzare al meglio i beni confiscati a Cosa Nostra e far sì che questi possano produrre reddito e benessere. E' questo il concetto di fondo emerso nel corso del dibattito sul tema, che si è sviluppato stamattina nella Sala Gialla dell'Ars.

L'incontro, moderato dal giornalista Lillo Miceli, capo della redazione palermitana del quotidiano "La Sicilia", ha tratto spunto dalla presentazione del libro "Speranze nate libere", scritto dalla giornalista monrealese Ina Modica. Un lavoro svolto per fare il punto sull'attività di gestione dei beni confiscati alla mafia ed al loro utilizzo a tredici anni dall'istituzione del Consorzio Sviluppo e Legalità.

Il presidente dell'Assemblea Regionale, Giovanni Ardizzone ha parlato della necessità che il Parlamento siciliano si faccia promotore di una efficace iniziativa legislativa per facilitare il riutilizzo dei beni confiscati a Cosa Nostra. "Dovrà partire dalla Sicilia - ha detto - una legge-voto che inquadri la materia in maniera organica a livello nazionale. L'Ars deve raccogliere questa sfida, facendosi promotrice di un disegno di legge e venendo incontro, inoltre, a tutti quegli enti territoriali cui viene assegnato il bene".

Il sindaco di Monreale, Filippo Di Matteo, che attualmente riveste anche la carica di presidente del Consorzio Sviluppo e Legalità, ha parlato del bene simbolo tra quelli confiscati alla mafia: la cantina Kaggio, per il cui recupero è in cantiere in progetto da due milioni di euro, finanziato dallo Stato, della quale presto potrà partire il riutilizzo.

L'impegno amministrativo della Regione verso un più capillare utilizzo dei beni da parte della Regione è stato annunciato dall'assessore alla Risorse agricole, Dario Cartabellotta, che ha sottolineato l'importanza sociale dei beni agricoli sottratti alla mafia. In uno di questi, ad esempio, il feudo "Verbumcaudo" si producono diverse varietà di vini, che sono diventati ormai punte di eccellenza nel panorama enologico nazionale. Cartabellotta, tra l'altro, ha annunciato che il libro "Speranze nate libere" sarà presentato a Verona in occasione della prossima edizione del Vinitaly.

Il Prefetto, Giuseppe Caruso, infine, presidente dell'Agenzia Nazionale dei Beni confiscati, ha sottolineato a gran voce l'esigenza di procedere "in via residuale" alla vendita dei beni. "Una pratica - ha detto - consentirebbe il reperimento di importanti risorse per l'utilizzo di altri beni e che non incapperebbe, dato l'allenamento di forse di polizia e della magistratura, nel pericolo di far ritornare i mafiosi nei terreni a loro confiscati".

Caruso ha detto che l'agenzia oggi dispone di 130 unità di personale, dislocate nelle cinque sedi nazionali (Reggio Calabria, sede centrale, e Palermo, Napoli, Roma e Milano). "Il sequestro e la confisca - ha concluso il Prefetto - sono un'arma necessaria alla lotta alla mafia, che si aggiunge a quella degli arresti, perchè è con l'aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati che il mafioso diventa "nudo" e senza la possibilità di alimentare la sua manovalanza".

All'incontro hanno preso parte i piccoli alunni della VB della scuola elementare Pietro Novelli, che hanno presentato al presidente dell'Assemblea Regionale il "Libro della Legalità" da loro realizzato e documentato.

Nel corso della manifestazione è arrivato pure il saluto dell'Arcivescovo di Monreale, monsignor Salvatore Di Cristina, che, congratulandosi con l'autrice, ha sottolineato come il "libro vada nella direzione del rendere produttivi i bei confiscati alla mafia" .

 

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· Enzo Ganci · Editoriali

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