L'adesione al decreto "salva enti": ecco cosa succederà

Entro sessanta giorni la procedura dovrà essere completata

MONREALE, 28 dicembre - Al Comune l'adesione al decreto cosiddetto "salva enti" è stata salutata con grande soddisfazione. Dal sindaco il sì del Consiglio comunale al piano di riequilibrio pluriennale è stato definito, forse con troppa enfasi, l'inizio di un "nuovo Comune".

Se sarà così lo dirà la storia. Noi, sulle pagine di Monreale News cercheremo di raccontarlo con puntualità. Quel che è certo è che i prossimi giorni saranno frenetici dal punto di vista organizzativo, finalizzati, come ha detto ieri l'assessore al Bilancio Giuseppe La Fiora, "ad un percorso nuovo, ad un risanamento definitivo ed a gettare le basi per dare solidità".

Il primo effetto che ottiene la delibera del Consiglio comunale, con la quale il Comune aderisce al decreto "salva enti", è quello di bloccare tutte le procedure esecutive nei confronti del Comune. Decreti ingiuntivi e pignoramenti, quindi, potranno aspettare. Frattanto, entro cinque giorni a partire da ieri, la delibera (alla quale, sempre ieri, è stata data all'unanimità immediata esecuzione) dovrà essere trasmessa alla Corte dei Conti ed alla Ragioneria dello Stato. Monreale, in pratica, comunicherà di avere raccolto l'opportunità concessagli dallo Stato, ma subito dopo dovrà dire come intende pagare questo deficit.

A stretto giro di posta, certamente nei primi giorni di gennaio, la Giunta dovrà esitare il bilancio di previsione 2012, che finalmente potrà essere "quadrato" alla luce della "spalmatura" prevista dal "salva enti". Il bilancio, ovviamente, così come vuole la legge, dovrà essere poi approvato dal Consiglio comunale, che dovrà provvedere a riequilibrarlo. Quindi, in un arco di tempo massimo di sessanta giorni, la norma prevede che venga pure approvato il bilancio di previsione del 2013.

L'opera di risanamento, però, non finisce qui. Sempre l'assessore La Fiora ieri ha detto che nel frattempo partirà una serie ricognizione dei debiti fuori bilancio, e dei residui attivi e passivi, che spesso hanno spostato l'ago della bilancia contabile in un senso o nell'altro. In tutto questo, il Comune ha intenzione di accendere un mutuo che dovrà essere estinto in un arco di tempo massimo previsto dal piano di rientro pluriennale. Solo in questo modo potrà evitare di fare ricorso al "Fondo di rotazione" che implicherebbe, in automatico, l'aumento al massimo di tutte le imposte.

Ma in questo periodo di tempo, oltre a pagare allo Stato, dovrà cercare pure di far cassa. Ecco perchè si prospetta un incremento delle aliquote Imu (come ha detto il sindaco prima di Natale, non sulla prima casa) e si ritenterà la strada, stavolta senza l'obbligo contabile della quadratura del bilancio, della dismissione degli immobili. Saranno decisivi i prossimi due mesi.