Trasparenza: adottato, ma non ancora attuato a Monreale il codice Vigna

Ecco i settori che cambieranno: necessario ruotare dirigenti e funzionari

MONREALE, 8 novembre – Edilizia, Personale, Appalti e Patrimonio. Sono questi i settori dell'amministrazione comunale che dovranno subire obbligatoriamente ed in tempi brevi una rotazione del personale. Un turnover, per usare una terminologia calcistica, voluto dal cosiddetto "Codice Vigna".

 In altri settori il Comune, se vuole, potrà effettuare ulteriori spostamenti. Per i primi quattro, invece, la rotazione è obbligatoria. Anche perché in alcuni settori nevralgici della macchina municipale, alcuni funzionari o dirigenti occupano la stessa poltrona, ormai, da molti anni. Particolare che, pur dovendo riconoscere un doveroso omaggio alla loro professionalità ed al loro impegno, non è più consentito dal codice che porta il nome dell'ex Procuratore Nazionale Antimafia, recentemente scomparso.

Stenta ancora a decollare, però, questa "benedetta" applicazione del codice Vigna. Dopo una lunga sollecitazione, effettuata soprattutto dalla Cisl, finalmente la giunta guidata dal sindaco Filippo Di Matteo, lo scorso 21 settembre ha adottato il regolamento attuativo. Un passo importante, certamente, al quale, però, deve fare seguito quello che materialmente dovrà mettere nero su bianco ed avviare in primis la rotazione di funzionari e dirigenti. Una volta tanto, possiamo dire, la politica ha fatto la sua parte, almeno formalmente. Toccherà adesso alla "burocrazia" compiere il passo successivo, semprechè sia supportata da un'adeguata volontà politica.

La normativa prevede che, dopo l'approvazione da parte della giunta, nel giro di pochi giorni i vertici dell'amministrazione (nel caso di Monreale il segretario comunale, Ettore Sunseri) debbano convocare le organizzazioni sindacali per stabilire i criteri di rotazione. Un passaggio obbligatorio, la cui omissione, si potrebbe configurare anche come comportamento "antisindacale" e potrebbe esporre l'amministrazione anche ad eventuali ricorsi al Tribunale del Lavoro.

Ecco perché sedici consiglieri comunali (Massimiliano Lo Biondo, Luigi D'Eliseo, Giovanni Sirchia, Sandro Russo, Salvino Mirto, Giorgio Rincione, Pippo Lo Coco, Mimmo Gelsomino, Ignazio Davi, Giuseppe Di Verde, Santo D'Alcamo, Piero Capizzi, Beni Di Nicola, Mario Caputo, Giuseppe Romanotto e Rosario Li Causi) chiedono con forza che si dia piena attuazione al codice, considerato un vero e proprio "decalogo" di trasparenza all'interno delle pubbliche amministrazioni.