"Non tutte le biotecniche vanno respinte ma solo quelle che stravolgono la natura"
MONREALE, 21 ottobre – Aula Consiliare gremita ieri pomeriggio e tanti consensi alla presentazione del libro di Maria Rita "Mirella" Fedele "Indifferenziato: nuova sfida della bioetica".
All'incontro sono intervenuti tra gli altri Maria Teresa Russo (docente presso l'università di Roma Tre), Carla Carullo (docente all'università di Macerata), Giuseppe Savagnone (componente del Comitato nazionale di Bioetica), Luciano Sesta ( docente presso l'università di Palermo), il primo cittadino Filippo Di Matteo e l'assessore alla pubblica istruzione Lia Giangreco.
Il dibattito si è aperto con gli auguri del sindaco all'autrice ."Ha trattato un tema, la mia amica Mirella, molto importante come quello della bioetica - così Filippo Di Matteo – e non posso che augurarle buona fortuna".
Anche l'assessore, che ha contribuito alla realizzazione della serata, sostiene che "questo libro ci aiuta fare una riflessione etica sulla vita".
A turno sono, poi, intervenuti i docenti a partire dal moderatore del dibattito Luciano Testa che ha detto: "Il libro ha il merito di aver tratto la sfida sulla diversità tra maschile e femminile". La professoressa Carla Canullo ha inoltre proposto un'analisi tecnica del testo, individuando tra gli altri che si tratta di"temi che riguardano la nostra quotidianità".
L'intervento del professore Giuseppe Savagnone ha posto l'attenzione sul fatto che il libro affronta il tema della differenza dei sessi che nasce proprio dalla crisi della differenza stessa. La parola è andata infine alla professoressa Russo che ha dato merito al testo di voler partire dall'antropologia dell'uomo per giungere al concetto di indifferenziato cui oggi purtroppo si tende.
Mirella Fedele è, per ultimo, intervenuta con i ringraziamenti di rito alla platea di colleghi e studenti, all'amministrazione comunale ed alla famiglia che per citare la sua dedica: "mi sono stati vicino con pazienza. Le motivazioni che mi hanno spinta a scrivere su questo tema - ha aggiunto l'autrice – sono dovute alle riflessioni legate al fatto che non tutte le biotecniche vanno respinte ma solo quelle che sono propense a stravolgere la natura perchè la tendenza è quella di snaturare la procreazione".