La "Chiesa blu" è stata dedicata ai Santi Martiri del XX secolo
PATTI, 18 settembre – Ormai è nota come la chiesa blu. La cattedrale nuova di Patti, affrescata dal pittore monrealese Franco Nocera, ha spalancato le sue porte al culto, dopo la solenne dedicazione ai Santi Martiri del XX secolo. La scelta del colore, che la permea all'interno e all'esterno, non è casuale. È il blu del mare, che domina il paesaggio circostante, e della spiritualità profonda, di cui ha tanto bisogno la modernità. Lo stupore che accoglie i fedeli all'ingresso è frutto di un incontro fecondo fra l'artista monrealese e un vescovo illuminato, monsignor Ignazio Zambito.
Sulla tempera blu che avvolge le pareti circolari, fluttuano i nuovi martiri, un'Assunta dal volto senile, immagini e simboli la cui profondità teologica è stata a lungo meditata. Nocera ha anche realizzato le vetrate e gli intagli del portone ligneo.
Durante la cerimonia di dedicazione, monsignor Zambito ha riposto ai piedi dell'altare le reliquie di alcuni martiri dei nostri giorni, fra cui: Francesco Spoto, Santa Giovanna Beretta Molla, Santa Teresa Benedetta della Croce, i santi martiri della Cina. Insieme ai martiri più noti, sono rappresentati quelli sconosciuti le cui figure si perdono nel mare dell'oblio, che gli uomini non conosceranno mai, ma sono ben presenti agli occhi di Dio.
L'anima "monrealese"di Nocera non sfugge all'occhio attento e si coglie nella rappresentazione di Caino e Abele, nell'Assunta e, soprattutto, nei mosaici sparsi sul sagrato d'ingresso.
"Ho posto – ha spiegato Nocera – alcune tessere in pasta vitrea ricoperte con la foglia d'oro, secondo la tecnica medioevale, sul sagrato, dove ho rappresentato la griglia di una nave. I mosaici fanno baluginare quella luce che pervaderà il fedele subito dopo l'ingresso".
L'artista ha voluto donare al nuovo tempio una parte di quel bagliore che "illumina" i fedeli all'interno del duomo di Monreale. Colpisce, fra le altre immagini, la Vergine che, nel momento dell'assunzione al cielo, mostra sul viso i segni del tempo, le cui offese non ne hanno scalfito la grazia.
"La bruttura –ha detto il vescovo Zambito – di alcune chiese contemporanee è offensiva. L'immagine negli edifici di culto deve tornare ad insegnare e a colpire la sensibilità dei fedeli, ma anche dei semplici visitatori".
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