Beni confiscati, l'Arcipesca Fisa restituisce l'immobile di San Martino appartenuto a Marcianò

"Non possiamo farci carico di altre spese"

MONREALE, 27 luglio - "Dopo vari colloqui ed incontri con i dirigenti provinciali dell'Arcipesca Fisa Palermo, il presidente Antonia De Stefano, si è vista costretta, malgrado le somme di denaro spese, alla restituzione del bene confiscato alla mafia, sito in San Martino delle Scale, via Pietra Longa 29".

Ne dà notizia una nota dell'associazione a proposito dell'immobile affidatole dal Comune di Monreale, dopo essere stato confiscato alla famiglia del boss Giovanni Marcianò. L'immobile è composto da 3 piani con 2 ingressi, un vasto appezzamento di terreno, con piscina ed era stato assegnato poco più di un anno fa all'associazione nazionale Arcipesca Fisa, che si occupa di iniziative di carattere sociale e culturale.

"L'Associazione – prosegue il comunicato – ha reso agibile il piano terra, ma, sottolinea il presidente, non può farsi carico delle spese del primo piano che versa in una situazione di degrado e pessime condizioni, con il soffitto crollante".

Aggiunge polemicamente il presidente pro-tempore Salvo Cottone (nella foto) che, con delega, sostituirà il presidente fino al rinnovo delle cariche sociali nel settembre prossimo: "Sicuri di fare cosa gradita alle persone che ad oggi hanno solo saputo criticare, siamo certi che questi individui sapranno fare meglio di Arcipesca Fisa".

Sulla vincenda interviene pure il parlamentare regionale Salvino Caputo, componente la Commissione Regionale Antimafia che stamane ha incontrato i rappresentanti dell'associazione invitandoli a non demordere e manifestando il suo impegno nel verificare se esistono interventi immediati da parte del Pon Sicurezza."Dispiace apprendere – ha detto Caputo – che un progetto così importante fallisca per mancanza di aiuti da parte delle istituzioni. Il bene, secondo le intenzioni, doveva divenire un centro di formazione per operatori della sicurezza, per attività di protezione civile e per iniziative di carattere assistenziale".

"Un segnale pericoloso – conclude Caputo - in un momento in cui vi è grande attenzione per volontà da parte della società civile a gestire beni confiscati alla criminalità mafiosa. Mi rechero' personalmente al Ministero dell'Interno per verificare se esistono degli interventi per inserire questo progetto e dare un aiuto all'Associazione che con coraggio e determinazione aveva deciso di intraprendere un percorso di legalità".