Dopo lo stop all'appalto della Kaggio, ora si chiede celerità nelle procedure

Di Matteo: "Confido nella velocità dell'iter amministrativo"

MONREALE, 13 luglio – Lo stop dato dalla Terza Sezione del Tar di Palermo all'appalto per la ristrutturazione della cantina Kaggio ha suscitato un po' di preoccupazione al sindaco di Monreale, Filippo Di Matteo, che è anche presidente del Consorzio Sviluppo e Legalità.

Proprio contro l'Ente, infatti, si è pronunciato il tribunale amministrativo regionale, concedendo la sospensiva alla richiesta avanzata dalla 'Consorzio Stabile Scarl', dopo la gara celebrata dall'Urega.

«Confido nella celerità dello svolgimento dell'iter amministrativo da parte dell'Urega e del Tar di Palermo – dichiara Di Matteo – al fine di dare il via ai lavori di ristrutturazione dell'azienda che così come è stato per gli altri beni assegnati alle cooperative sociali, potra' essere utilizzata per finalità produttive».

Preoccupazione esprime l'ex vicesindaco Salvino Caputo, attuale componente della Commissione Parlamentare Antimafia dell'Ars, che da assessore comunale ai Beni Confiscati, ma anche durante il periodo in cui era stato sindaco, aveva sempre attenzionato le vicende dell'ex cantina confiscata a Salvatore Riina e Bernardo Brusca. «Comprendo bene le complessità delle procedure di appalto per le opere pubbliche - scrive Caputo - ma è chiaro che lo stop alla gara per la ristrutturazione della cantina rappresenta un segnale di arretramento nella lotta contro la mafia attraverso la gestione dei beni confiscati.

Eravamo arrivati alla vigilia dell' affidamento dei lavori per oltre 2 milioni di euro - ha aggiunto Salvino Caputo - per il recupero di un bene che nel territorio ha rappresentato il simbolo del potere mafioso nel territorio della valle dello Iato e del corleonese. Ecco perchè ritengo sia necessario da un lato verificare se vi sono stati errori nella celebrazione della gara che ha indotto il TAR a decidere la sospensione e dall'altro di velocizzare le procedure per evitare il perdurare dello stato di abbandono del bene».