Ingroia: "La politica non ha raccolto l'eredità di Falcone e Borsellino"

Il procuratore aggiunto di Palermo ieri sera al Circolo Italia

MONREALE, 15 aprile – "La politica non ha recepito l'eredità lasciata da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, anzi ha fatto dei passi indietro rispetto a questa, mostrandosi totalmente sorda". Lo ha detto ieri sera a Monreale il Procuratore aggiunto di Palermo, Antonino Ingroia.

Il magistrato ha preso parte al Circolo di Cultura Italia alla presentazione del libro “L’eredità”, scritto dal giornalista Alex Corlazzoli, edito da Altreconomia. “Il libro – come ha detto l’autore – non vuole essere un’analisi, ma raccontare di chi ha raccolto l’eredità di Falcone e Borsellino nell’anno del ventesimo anniversario della loro uccisione”. La serata è stata introdotta dal presidente del Circolo Italia, Lillo Aricò (nella foto con Ingroia ed Alex Corlazzoli).

Parlando ancora dei due magistrati assassinati dalla mafia nel 1992, Antonino Ingroia ha detto che “erano uomini dello Stato, servitori delle istituzioni, ma critici nei confronti di alcune articolazioni di queste. Falcone e Borsellino – ha detto ancora il procuratore aggiunto – da morti hanno avuto una storia osannata, da vivi, invece, furono osteggiati da tanti”.

Ingroia si è soffermato pure sulle presenza sui mass media dei magistrati. “E’ falso che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino fossero dei giudici “muti”, che lavoravano in silenzio – ha detto – anzi accendevano i riflettori dell’opinione pubblica . Borsellino, addirittura, rischiò un provvedimento disciplinare perché nel corso di un’intervista rilasciata ad una presentazione di un libro, chiese non ci fosse d’attenzione nella lotta alla mafia. Oggi quest’eredità la si vuole cancellare. Il ventennale della loro morte sia un’occasione per rinnovare la memoria di due grandi siciliani ed italiani”.