Sono ormai trascorsi oltre 57 anni dal sisma che ha colpito la Valle del Belìce
MONREALE, 22 aprile – È stata ormai definita la composizione della commissione comunale prevista dall’articolo 5 della legge 178 del 1976.
L’organismo ha il compito di deliberare sull’assegnazione delle aree per la ricostruzione degli edifici della frazione di Grisì (nella foto) danneggiati o distrutti dal sisma del 1968, sull’esame delle richieste di contributo e sull’approvazione dei relativi progetti delle opere da eseguire per la costruzione, nonché sui contributi finanziari da riconoscere ai proprietari.
Della commissione, che è presieduta di diritto dal sindaco, fanno parte i consiglieri comunali Antonella Giuliano, Giulio Mannino e Sandro Russo, ai quali è stato aggiunto il rappresentante sindacale Giuseppe Cucchiara, eletto dall’assemblea consiliare nella seduta del 14 aprile scorso.
Archiviate le scaramucce (peraltro non particolarmente interessanti) che avevano caratterizzato in consiglio comunale la scelta dei componenti, la commissione “ex articolo 5” può adesso iniziare ad operare; e fin qui … tutto bene.
Tuttavia, osservando la situazione non può che sorprendere la circostanza che, a distanza di oltre 57 anni (!) dal sisma che ha colpito la valle del Belìce, è ancora oggi in attività una commissione che si occupa di pratiche di ricostruzione. “Voglio trovare un senso a questa situazione, anche se questa situazione un senso non ce l’ha” cantava Vasco Rossi. È plausibile che vi siano ragioni burocratiche - più o meno valide - che continuano a imporre questa necessità: resta comunque il fatto che il terremoto risale al gennaio del 1968 (i consiglieri Giuliano, Mannino e Russo non erano ancora nati) e che siamo oggi nell’aprile del 2025.
È inevitabile che vengano in mente i rapidi sistemi e le efficaci procedure con cui è stata gestita in Friuli la ricostruzione dopo le violente scosse telluriche del 1976: un mirabile esempio di serietà ed efficienza. Si dirà che si tratta di situazioni e contesti non esattamente paragonabili: ed è magari vero, per certi versi; ma le perplessità sulle lumacose lungaggini siciliane (di stampo borbonico) rimangono assolutamente intatte.
«La burocrazia uccide più del terremoto» affermava tristemente Danilo Dolci, sociologo ed attivista della nonviolenza scomparso nel 1997. Difficile dargli torto.