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La ''Calata dei Veli'', un rito lungo 400 anni: quando la storia diventa vita, fede e identità

| Giuseppe Cangemi | Cronaca varia

Questa sera appuntamento in Collegiata con l'arcivescovo Isacchi in memoria della solenne ricorrenza

MONREALE, 11 aprile – Per Monreale oggi è una storica ricorrenza in occasione della Calata dei Veli, un rito che ha una storia lunga ben 400 anni, il cui anniversario sarà ricordato stasera alle 21 con la santa messa celebrata in Collegiata dall’arcivescovo di Monreale, monsignor Isacchi.

Era, infatti, l'11 aprile del 1625, anno giubilare ordinario indetto da papa Urbano VIII, quando la peste era già entrata da tempo dentro le mura della Città Stato di Monreale. I Deputati della Sanità avvisarono l'Arcivescovo, monsignor Girolamo Venero, del ritrovamento in una casa "barregiata" di tre fanciulli, di cui uno morto e due contagiati portati al lazzaretto di San Rocco a Monreale. Un impeto d'amore e di compassione scuote il cuore di monsignor Venero e ancora oggi, anche noi, a rileggere queste preziose carte torniamo a commuoverci.

"Nel qual giorno mons. Arcivescovo fece fare una processione con il SS. Crocifisso, quale speriamo nella sua misericordia ci darà la gratia d'estinguersi il male..." (dal Quinterno della peste).

E ancora fa scrivere nelle sue Constitutiones del 1625 (le Costituzioni della Collegiata):
"[...] Ultimamente, nel corrente anno 1625, l'11 aprile, quando a causa della siccità, tutti i frutti della terra erano in pericolo, ed anche mentre la peste rattristava la felice città di Palermo e recava anche una certa molestia alla nostra, abbiamo condotto attraverso le vie pubbliche della nostra città il santissimo e miracoloso Crocifisso alla detta metropolitana Chiesa [la Cattedrale] e dal giorno di venerdì in cui uscì dalla sua chiesa fino al sabato della settimana successiva [19 aprile 1625], quando la mattina solennemente e trionfalmente ritornò al suo tempio, la terra fu talmente ricolma di acqua e fecondità che per gli altri otto giorni successivi la pioggia non smise, non senza grande comune meraviglia e letizia e non dico solo della nostra città, ma anche della maggior parte di tutto il nostro Regno di Sicilia e anche la peste cominciò a diminuire da quel giorno [...].

L'arcivescovo Girolamo Venero, mosso a compassione per gli aggiornamenti forniti dalla Deputazione della Sanità sul propagarsi del contagio e dal numero crescente di vittime, anche tra tanti bambini, tenuto conto della persistente siccità che colpiva la Sicilia in quel periodo, compresa Monreale, con il triste panorama di campagne brulle e sterili e copiosi frutti marci caduti sulla terra, decise insieme al popolo di portare in processione il SS. Crocifisso.

Era venerdi 11 Aprile 1625: il percorso compiuto fu quello storico, uscì dalla Collegiata e non pioveva, entrò nel quartiere Pozzillo, proseguì per arrivare al Canale, girò per la "strada grande" e fu portato in Cattedrale. Solo quando vi entrò, leggiamo dai documenti, cominciò a piovere incessantemente, per la gioia e la commozione di tutti.

Il Crocifisso rimase in Cattedrale fino al sabato successivo, ossia il 19 aprile 1625, quando, di mattina, fu portato solennemente di nuovo in Collegiata. Non solo durante la permanenza in Cattedrale, ma anche dopo il ritorno in Santuario, piovve così abbondantemente per tutti il mese di aprile, che lo stesso monsignor Venero scrisse che le campagne erano piene, la terra ritornava fertile, le piante germogliavano, le strade e l'aria erano terse e pulite.

In trepidante attesa, monsignor Venero riunì la Deputazione di Sanità il 30 aprile 1625 e ricevette la notizia che il suo cuore di padre e pastore aspettava: il contagio della peste diminuiva, il numero delle vittime si abbassava rapidamente e cresceva quello dei guariti. Quella sera egli decise, allora, che per tributare la gratitudine al SS. Crocifisso per la grazia ottenuta, per tre giorni consecutivi (dall' 1 al 3 maggio), ogni anno, si sarebbero dovuti fare fuochi e luminarie in tutti i quartieri della città di Monreale e nel lazzaretto. Nasceva così la festa del Crocifisso. Monsignor Venero alla presenza del notaio Baldassarre Mili, l'11 giugno 1626, ratificò il percorso della processione, e così dal 1626 la storia e la devozione sono arrivate fino a noi.

Si ringrazia la dottoressa Anna Manno dell'Archivio storico diocesano per il contributo al presente articolo

· Enzo Ganci · Editoriali

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